L’intermodalità promette sostenibilità, ma pochi guardano cosa c’è a bordo dei mezzi. Ogni centralina, sensore o tracker installato ha un proprio ciclo di vita e un impatto ambientale. Nella transizione ecologica, anche l’infrastruttura digitale deve dimostrare la sua responsabilità.

Le aziende che gestiscono flotte, trasporti, mezzi speciali o servizi in mobilità sono oggi obbligate a innovare. Ma l’innovazione non può più essere solo sinonimo di efficienza. Deve essere anche sinonimo di sostenibilità tracciabile, misurabile e documentata. Il rischio è di adottare tecnologie all’apparenza green, ma prive di qualunque verifica sull’impatto reale.

È qui che entra in gioco la nuova frontiera: la sostenibilità digitale. Una frontiera invisibile, ma fondamentale.

Normative europee e tracciabilità ambientale

Il Green Deal europeo, la direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e i Criteri Ambientali Minimi (CAM) rendono obbligatoria la misurazione dell’impatto ambientale lungo tutta la filiera. Questo include anche le tecnologie IoT utilizzate nei trasporti e nella logistica.

A partire dal 2024, migliaia di imprese europee sono tenute a rendicontare in modo trasparente il proprio impatto ambientale. Questo non riguarda solo le emissioni dirette, ma anche quelle indirette lungo tutta la catena di fornitura. Significa che anche chi produce sensori, dispositivi digitali o infrastrutture telematiche entra a far parte del perimetro di rendicontazione.

È una rivoluzione culturale e tecnica: la sostenibilità diventa una metrica documentata, non più una semplice dichiarazione d’intenti.

EPD e LCA: una svolta per la trasparenza ambientale

Le EPD (Environmental Product Declaration) sono strumenti basati sul metodo Life Cycle Assessment (LCA), sviluppato secondo lo standard ISO 14025. Forniscono dati oggettivi e verificati sull’impatto ambientale di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita, dalla produzione fino allo smaltimento.

Per chi acquista o utilizza queste tecnologie, l’EPD rappresenta una garanzia concreta: permette di valutare le scelte tecnologiche non solo in base alla performance, ma anche all’impatto ambientale. È una leva decisiva per evitare il greenwashing, ottenere punteggi più alti nei bandi pubblici, accedere a certificazioni ambientali e rispettare le normative.

In un panorama sempre più affollato di claim ambientali generici, la EPD fa la differenza: è una prova, non una promessa.

L’impatto invisibile dell’Internet of Things

Nella logistica moderna, l’Internet of Things è ovunque. Ogni veicolo, ogni macchina, ogni operazione è interconnessa attraverso dispositivi digitali: black box, sensori GPS, moduli di trasmissione dati, sistemi uomo-a-terra, strumenti di telecontrollo. Questa infrastruttura digitale lavora in modo silenzioso, continuo, costante. Ma ha un impatto.

Ogni dispositivo ha un ciclo di vita: viene prodotto, trasportato, installato, alimentato, mantenuto, dismesso. Eppure, questo impatto è spesso escluso dalle valutazioni ambientali delle aziende, creando una zona grigia nella sostenibilità della supply chain.

Ed è proprio qui che si gioca una nuova partita: rendere visibile ciò che oggi è invisibile. Dare trasparenza anche all’infrastruttura digitale.

Il caso WAY: misurare per ridurre davvero l’impatto ambientale

WAY è una delle prime realtà italiane nel settore della telematica applicata alla mobilità ad aver ottenuto una certificazione EPD per un proprio prodotto. Si tratta del dispositivo MTS06/16, un’unità di bordo progettata per applicazioni professionali nei settori più critici della logistica, del trasporto merci, del coordinamento mezzi e personale.

Il nuovo MTS06/16 rappresenta molto più di un semplice localizzatore GPS. È una piattaforma tecnologica avanzata progettata per rispondere alle esigenze operative di settori complessi come il trasporto valori, il trasporto a temperatura controllata, la raccolta rifiuti, i servizi ambientali e l’Industria 4.0. Pensato per aziende che gestiscono flotte composte anche da migliaia di mezzi, il dispositivo integra funzioni evolute che permettono di monitorare, controllare e ottimizzare ogni singolo veicolo in tempo reale. La sua architettura consente l’acquisizione e la trasmissione di grandi volumi di dati, elaborati direttamente nella piattaforma cloud WAY4Web.

Questo garantisce ai responsabili di flotta un controllo operativo completo con informazioni dettagliate e aggiornate sullo stato dei mezzi, migliorando così l’efficienza e riducendo i costi di gestione. È un dispositivo completo, in grado di integrare dati da cronotachigrafo, CANBUS, sensori esterni, badge di accesso, piattaforme software e sistemi di gestione della forza lavoro. Grazie alla sua connettività avanzata e alla struttura modulare, consente il monitoraggio in tempo reale delle attività su strada, la registrazione delle anomalie, la geolocalizzazione dinamica e la certificazione degli interventi.

La dichiarazione EPD, disponibile sul sito ufficiale di Environdec, certifica l’intero ciclo di vita del dispositivo. Dalla produzione all’installazione, dall’utilizzo allo smaltimento. È una fotografia precisa dell’impatto ambientale reale, non un’approssimazione.

La Transizione 5.0 impone un nuovo standard integrato

Nel contesto della Transizione 5.0, evoluzione naturale della 4.0, l’innovazione tecnologica non può più prescindere da due dimensioni essenziali: la sostenibilità ambientale e il benessere umano. In questa prospettiva, ogni componente dell’infrastruttura digitale deve dimostrare non solo efficienza, ma anche responsabilità. La misurazione dell’impatto ambientale attraverso strumenti come le EPD diventa quindi non un’opzione, ma un requisito. Le tecnologie IoT sostenibili, certificate e trasparenti sono oggi la vera frontiera dell’innovazione responsabile.

Conclusione: misurare è la base per una logistica sostenibile

L’EPD non è un’etichetta da esibire. È uno strumento tecnico per distinguere chi parla di sostenibilità da chi la pratica. Per chi opera nella logistica, nei trasporti, nei servizi ambientali o industriali, questa distinzione è ormai vitale.

Ogni tecnologia digitale installata a bordo di un mezzo può fare la differenza. Ma solo se ne conosciamo davvero l’impatto. La sostenibilità digitale esiste, e comincia dalla trasparenza. WAY ha scelto di renderla misurabile, certificata, concreta.