Milano– Ener2Crowd, la piattaforma ed app per gli investimenti ESG, presenta i risultati del nuovo studio sulla rischiosità climatica delle imprese italiane (ottobre 2025).
L’analisi valuta la probabilità di perdite economiche –incluse mancate entrate e costi di ripristino– derivanti da 4 classi di rischio fisico: ondate di calore, precipitazioni intense, inondazioni e frane, restituendo una mappa per settore e provincia.
«Nel nuovo scenario, contraddistinto da cambiamenti climatici sempre più rapidi, un’impresa su 3 risulta esposta a potenziali perdite economiche a causa dei fenomeni analizzati» dichiara Niccolò Sovico, CEO e co-fondatore di Ener2Crowd.
A livello territoriale, lo studio evidenzia che i rischi non sono uniformi. Ma le ondate di calore, pur più marcate nel Sud e lungo la Val Padana, tendono a omogeneizzarsi su tutto il territorio per effetto del riscaldamento globale. Il rischio inondazione è invece molto più elevato nelle aree di pianura fluviale, coste a bassa elevazione e bacini soggetti a piogge torrenziali.
Le province e città metropolitane più esposte. Basandosi su dati EEA (European Environment Agency), ICSR (International Center for Social Research), Legambiente (Osservatorio CittàClima), Swiss Re (sigma 1/2025, Natural catastrophes) e Munich Re (NatCatSERVICE, Data on natural disasters since 1980), Ener2Crowd ha calcolato i valori 2025 delle 4 classi di rischio fisico ed ha costruito un Indice di rischiosità climatica aziendale che tiene conto di tutti e 4 questi fattori.
A maggior rischio inondazioni troviamo Rovigo (40%), Genova (35%), Udine (32%), Gorizia (31%), Ferrara (26%), Ravenna (25%), Firenze (24%), Bologna e Catania (23%), Roma e Milano (22%) Forlì-Cesena, Parma, Rimini e Lecce (21%).
Per le frane nei primissimi posti si collocano Aosta (62%), Verbano-Cusio-Ossola (45%), Trento (44%), Sondrio (42%), Belluno (40%), Lecco (32%), Avellino e Bolzano (31%), L’Aquila (30%), Genova (29%), Massa Carrara e Biella (28%), Savona, Arezzo, Cuneo, Rieti e Imperia (27%).
In cima alla classifica delle ondate di calore ci sono quindi Catania (58%), Taranto (57%), Foggia (55%), Agrigento (52%), Bari e Siracusa (51%), Lecce, Brindisi e Trapani (50%), Barletta-Andria-Trani, Napoli, Reggio Calabria, Crotone, Messina, Sud Sardegna e Catanzaro (49%).
Infine, nella quarta categoria, quella delle precipitazioni intense, i rischi maggiori si corrono a Verbano-Cusio-Ossola (84%), Lecce (45%), Piacenza (40%), Pavia (37%), Catania e Siracusa (30%), Vercelli (27%) e Livorno (23%), Foggia e Bari (18&%), Barletta-Andria-Trani (17%), Taranto, Palermo, Ferrara e Genova (16%).
Nel caso di Genova, il principale fattore di rischio per le imprese sono le inondazioni (35%), seguite dal rischio frane (29%). L’Indice Ener2Crowd di rischiosità climatica aziendale 2025 pone la città metropolitana al quarto posto (con un indice pari a 30) tra le più rischiose d’Italia. Sul podio invece Verbanio-Cusio-Ossola (44), Lecce e Catania (entrambe con indice 31).
«Già oggi, a livello globale, i disastri naturali causano in media danni per oltre 250 miliardi di dollari l’anno e più di 10 mila vittime. In Europa gli anni dell’ultimo quadriennio (2021-2024) sono tutti nella top-5 per perdite economiche e il 2025 si mantiene sopra la media» commenta Niccolò Sovico, CEO e co-fondatore di Ener2Crowd.
Le perdite economiche sono già ad oggi pari all’1,8% del fatturato. Ma entro il 2050, in assenza di robuste strategie di adattamento, si stima che possano sestuplicarsi andando a sfiorare il 10,8% del fatturato.
I settori più a rischio? Per quota di imprese esposte ecco la graduatoria 2025 di Ener2Crowd:
- Agricoltura, allevamento e pesca (56%);
- Energia, gas e acqua (45%);
- Edilizia (44%);
- Magazzini e logistica (42%);
- Industria (39%);
- Alberghi e ristorazione (35%);
- Servizi (33%);
- Commercio (32%);
- Artigianato (30%).
Il quadro generale aggiornato:
- Italia, nel 2024 si sono registrati 351 eventi estremi: è il terzo anno consecutivo sopra quota 300 e ci sono già 110 eventi ufficialmente conteggiati da gennaio a metà maggio 2025 (+31% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente);
- Unione Europea, tra il 1980 e il 2023 le perdite economiche da eventi meteo-climatici ammontano ufficialmente a 738 miliardi di euro (EEA 2025). Ener2Crowd stima altri 42 miliardi nel 2024 (si arriva così a un cumulato 1980–2024 di 780 miliardi) e altri 55 miliardi nel 2025 per un totale di 835 miliardi di euro.
- Mondo, le perdite globali da catastrofi naturali nel solo 2024 sono state pari a oltre 320 miliardi di dollari (con danni assicurati per circa 120 miliari) e nel 2025 il trend resta in linea.
«Il crowdinvesting e la finanza ESG possono diventare strumenti di adattamento e resilienza, canalizzando il risparmio privato verso progetti che riducano il rischio fisico e generino rendimenti competitivi» conclude il CEO di Ener2Crowd, che con oltre 50 milioni di euro raccolti su 216 progetti 100% green (1.144.065 tonnellate di CO2 evitate) ha dimostrato che anche in questo ambito il capital retail può fare la differenza.
Ed ecco la graduatoria completa delle province e città metropolitane in ordine decrescente di Indice di rischiosità climatica aziendale (IRCA):
- Verbano-Cusio-Ossola (IRCA 44);
- Lecce (IRCA 31);
- Catania (IRCA 31);
- Genova (IRCA 30);
- Piacenza (IRCA 29);
- Rovigo (IRCA 29);
- Pavia (IRCA 28);
- Siracusa (IRCA 28);
- Aosta (IRCA 27);
- Ferrara (IRCA 26);
- Messina (IRCA 26);
- Avellino (IRCA 26);
- Firenze (IRCA 25);
- Foggia (IRCA 25);
- Taranto (IRCA 25);
- Napoli (IRCA 25);
- Vercelli (IRCA 25);
- Ravenna (IRCA 25);
- Ascoli Piceno (IRCA 25);
- Udine (IRCA 25);
- Bologna (IRCA 25);
- La Spezia (IRCA 25);
- Bari (IRCA 24);
- Savona (IRCA 24);
- Gorizia (IRCA 24);
- Palermo (IRCA 24);
- Crotone (IRCA 24);
- Reggio Calabria (IRCA 24);
- Roma (IRCA 24);
- Salerno (IRCA 24);
- Arezzo (IRCA 24);
- Trento (IRCA 24);
- Massa-Carrara (IRCA 24);
- Siena (IRCA 24);
- L’Aquila (IRCA 24);
- Modena (IRCA 24);
- Reggio nell’Emilia (IRCA 24);
- Forlì-Cesena (IRCA 24);
- Frosinone (IRCA 24);
- Pistoia (IRCA 24);
- Livorno (IRCA 23);
- Pisa (IRCA 23);
- Rimini (IRCA 23);
- Chieti (IRCA 23);
- Parma (IRCA 23);
- Teramo (IRCA 23);
- Cosenza (IRCA 23);
- Lecco (IRCA 23);
- Potenza (IRCA 23);
- Sondrio (IRCA 23);
- Barletta-Andria-Trani (IRCA 23);
- Milano (IRCA 23);
- Pesaro e Urbino (IRCA 23);
- Sassari (IRCA 23);
- Catanzaro (IRCA 23);
- Rieti (IRCA 23);
- Caserta (IRCA 23);
- Belluno (IRCA 23);
- Benevento (IRCA 23);
- Pescara (IRCA 23);
- Latina (IRCA 23);
- Perugia (IRCA 23);
- Macerata (IRCA 23);
- Brescia (IRCA 23);
- Varese (IRCA 23);
- Sud Sardegna (IRCA 23);
- Nuoro (IRCA 23);
- Brindisi (IRCA 22);
- Ancona (IRCA 22);
- Vibo Valentia (IRCA 22);
- Biella (IRCA 22);
- Lucca (IRCA 22);
- Viterbo (IRCA 22);
- Cuneo (IRCA 22);
- Bergamo (IRCA 22);
- Como (IRCA 22);
- Imperia (IRCA 22);
- Lodi (IRCA 21);
- Terni (IRCA 21);
- Matera (IRCA 21);
- Cagliari (IRCA 21);
- Padova (IRCA 21);
- Oristano (IRCA 21);
- Prato (IRCA 21);
- Cremona (IRCA 21);
- Mantova (IRCA 21);
- Treviso (IRCA 21);
- Pordenone (IRCA 21);
- Monza e Brianza (IRCA 21);
- Torino (IRCA 21);
- Venezia (IRCA 21);
- Vicenza (IRCA 21);
- Verona (IRCA 21);
- Grosseto (IRCA 21);
- Ragusa (IRCA 21);
- Bolzano (IRCA 21);
- Asti (IRCA 20);
- Trapani (IRCA 20);
- Agrigento (IRCA 20);
- Trieste (IRCA 20);
- Alessandria (IRCA 20);
- Caltanissetta (IRCA 20);
- Enna (IRCA 19);
- Campobasso (IRCA 19);
- Novara (IRCA 18);
- Isernia (IRCA 18).
L’analisi Ener2Crowd è fondata su modello di probabilità di perdita economica a livello aziendale per ondate di calore, precipitazioni intense, inondazioni e frane. L’unità di analisi sono le imprese classificate per settore ATECO aggregato e per provincia. Le stime, basate su dati EEA, ICSR, Legambiente, Swiss Re e Munich Re, sono statistico-probabilistiche e indicano l’esposizione potenziale a perdite economiche, non previsioni deterministiche.


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