- Immatricolate 1.113.194 nuove auto nel mese, 5.572.458 da gennaio a maggio (+0,1%)
- Il Consiglio Europeo – Ecofin ha approvato la riallocazione di 597,3 milioni dal PNRR per incentivare l’acquisto di veicoli elettrici in Italia: UNRAE auspica un’urgente e semplificata attuazione
- Scade ad agosto la Delega Fiscale, un’occasione imperdibile per rivedere la fiscalità delle auto aziendali in chiave “green”
Il mercato dell’auto in Europa segna a maggio un incremento dell’1,9% con 1.113.194 immatricolazioni, rispetto alle 1.092.323 dello stesso mese 2024. I primi cinque mesi dell’anno archiviano una sostanziale stabilità (+0,1%) con 5.572.458 unità rispetto alle 5.567.714 di gennaio-maggio 2024. Rispetto al periodo pre-Covid il mese perde il 23% e il cumulato il 20%, richiamando la necessità di sostenere il mercato e gestire la transizione ecologica in maniera pragmatica senza penalizzare il comparto.
Nel mese si riscontrano andamenti differenziati fra i cinque Major Market: la Spagna segna un +18,6%, il Regno Unito cresce dell’1,6%, la Germania è in positivo per l’1,2%, l’Italia registra una sostanziale stabilità (-0,1%), mentre la Francia in controtendenza cede il 12,3% delle immatricolazioni di auto nuove.
Nei cinque mesi la Spagna cresce del 13,6%, il Regno Unito del 2,8%, l’Italia cede lo 0,5%, la Germania il 2,4% e la Francia segna un -8,2%. A maggio e nei primi cinque mesi dell’anno, l’Italia copre la terza posizione tra i cinque Major Market.
Nel mese di maggio, fra i Major Market, l’Italia si conferma fanalino di coda in Europa per le auto “con la spina” (ECV), raggiungendo una quota di solo l’11,4%, con le BEV al 5,1% e le PHEV al 6,3%. Resta pertanto molto ampio il divario con: Germania con ECV al 28,5% (BEV al 18,0% e PHEV 10,5%), Regno Unito con ECV al 33,7% (BEV 21,8% e PHEV 11,9%), Francia con ECV al 22,3% (BEV 15,7% e PHEV 6,6%) e Spagna con ECV al 19,3% (BEV 7,9% e PHEV 11,4%).
Nel totale del mercato europeo in maggio le ECV coprono il 27,1% di share: BEV al 17,4% (+3,5 p.p.) e PHEV al 9,7% (+2,9 p.p.).
Lo stesso scenario si ritrova in gennaio-maggio, dove l’Italia figura ancora ultima tra le cinque, con una quota di ECV al 10,0% (BEV al 5,1% e PHEV al 4,9%), contro: Germania con ECV al 27,5% (BEV 17,6% e PHEV 9,9%), Regno Unito con ECV al 31,0% (BEV 20,9% e PHEV 10,1%), Francia con ECV al 23,4% (BEV 17,8% e PHEV 5,6%) e Spagna con ECV al 15,8% (BEV 7,1% e PHEV 8,7%).
Nel totale del mercato europeo dei 5 mesi le ECV coprono il 25,6% di share: BEV al 17,1% (+3,7 p.p.) e PHEV all’8,5% (+1,3 p.p.).
Per quanto concerne le vetture ricaricabili, nel mese di maggio, Andrea Cardinali, Direttore Generale di UNRAE sottolinea: “Il mercato europeo delle vetture ECV cresce in maggio del 33%, al 27,1% di quota, ma l’Italia si ferma all’11,4%, con BEV al 5,1%, meno di 1/3 della quota media in Europa (17,4%). Non è accettabile che il nostro Paese rimanga sempre in ultima posizione fra i Major Market e ben lontano da tanti altri Paesi più progrediti per quanto riguarda la transizione: è il momento di scelte strutturali, come indicato già da tempo dall’UNRAE”.
In ambito europeo, lo scorso 17 giugno è stata pubblicata la modifica al Regolamento sui target di emissione di CO2 che introduce maggiore flessibilità per il calcolo della conformità nel triennio 2025-2027. Tale provvedimento entrerà in vigore già a partire dal 9 luglio 2025 e sarà immediatamente applicabile. Una misura apprezzata ma che, come già ribadito dall’UNRAE, è arrivata però in modo tardivo rispetto ai piani di investimento dei produttori di auto.
Inoltre, lo scorso 20 giugno il Consiglio Ecofin ha approvato la valutazione positiva della Commissione Europea sulla revisione tecnica del PNRR, che prevede la riallocazione delle risorse residue (pari a 597,3 milioni) precedentemente destinate all’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica, incentivando la sostituzione di veicoli a combustione interna con veicoli a zero emissioni.
L’UNRAE si augura che possano essere presto operative le misure proposte, evitando così rischi di stagnazione del mercato. “È auspicabile rimuovere i numerosi paletti ora previsti ed assolutamente da evitare introdurne ulteriori, come un eco-score che, oltre a discriminare e rendere difficilmente applicabili gli incentivi, allungherebbe moltissimo i tempi di attuazione. Il paradosso italiano è che abbiamo le risorse ma non riusciamo a spenderle. Vanno rimossi gli ostacoli che impediscono di trasformare i fondi in mobilità sostenibile reale”, ha dichiarato Andrea Cardinali.
Inoltre, nei giorni scorsi il Governo italiano ha adottato il Piano di Azione Nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria, con uno stanziamento pari a 2,4 miliardi di euro, volti a finanziare numerose misure, tra cui l’incentivazione della mobilità sostenibile. Tuttavia, dalle prime informazioni disponibili, non risultano nuovi interventi a sostegno della transizione green nel comparto auto, rispetto al già annunciato programma derivante dalla revisione del PNRR, perdendo un’ulteriore occasione per accelerare l’adozione di vetture a zero o bassissime emissioni.
“Come più volte ribadito dall’UNRAE, è quantomai impellente una revisione della fiscalità delle auto aziendali, intervenendo sull’aumento della detraibilità dell’IVA e deducibilità dei costi e sulla riduzione del periodo di ammortamento a tre anni. La Delega Fiscale è un’occasione imperdibile per operare interventi di questo tipo, ma è necessario fare presto, considerata la sua scadenza a fine agosto. Un’auto aziendale con tecnologia virtuosa è il veicolo ideale per la transizione: alto chilometraggio, rinnovo rapido, visibilità. Ma oggi è ancora penalizzata da una fiscalità inadeguata!”, ha concluso Cardinali.