Custodire le tradizioni, credere nella filosofia bio e salvaguardare gli olivi secolari: sono gli insegnamenti tramandati dai nonni e dai bisnonni di cui ha fatto tesoro Pierluigi Palma, titolare dell’Azienda Agricola Palma Bio.
Siamo nell’agro di Torremaggiore in Contrada Tavolata, luogo scelto nel 1893 dai bisnonni di Pierluigi, Michele De Nittis e Rosa Leone, come primo insediamento per le attività agricole e produttive di famiglia e che è stato anche rifugio sicuro per molti abitanti della cittadina dell’Alto Tavoliere durante la Grande Guerra.
Circa trent’anni fa in questo luogo Giuseppe De Nittis (detto Peppino), farmacista e biologo, figlio di Michele e Rosa, scelse di scommettere su tecniche di coltivazione rigorosamente biologiche, destinando due di sette ettari agli olivi secolari. Una scommessa che oggi porta i suoi frutti e vede l’Azienda Agricola Palma Bio ottenere riconoscimenti con l’olio biologico extravergine di oliva IGP “Olio di Puglia” denominato “Nonno Peppino” monocultivar peranzana.
Il 25 maggio al Gran Galà dell’OlioPremio L’Oro d’Italia e del Mediterraneo 2025 organizzato da O.L.E.A., andato in scena al Teatro della Fortuna di Fano, l’olio extravergine di oliva “Nonno Peppino” è stato premiato come fruttato medio nella categoria oli monovarietali. Lo stesso olio, il 14 maggio scorso, si è classificato al 1° posto nella categoria IGP al Premio NutriEvo 2025 svoltosi a Taranto.
Questi risultati premiano il lavoro, la dedizione e la capacità di raccontare, attraverso l’olio biologico extravergine di oliva “Nonno Peppino”, la ricchezza del territorio e la tradizione olivicola. L’olio extravergine di oliva di Peranzana ricavato dall’omonima cultivar è presente prevalentemente in un ristretto territorio della Puglia, negli agri dei comuni di Torremaggiore, San Severo e San Paolo di Civitate.
«Abbiamo iniziato quasi per gioco ad iscrivere il nostro extravergine di oliva ai concorsi», racconta Rino Palma, papà di Pierluigi, che continua: «Quando abbiamo saputo dei premi il nostro pensiero è andato a nonno Peppino, padre di mia moglie e nonno dei miei figli, che sarebbe stato felicissimo. Quando era in vita, infatti, si amareggiava perché trascuravamo un po’ i terreni ed eravamo presi da altro, per cui questi premi sono un omaggio soprattutto a lui e alle sue idee».
Per onorare i sacrifici fatti dagli antenati e per trasmettere alle generazioni future la memoria storica e culturale della vita contadina, la famiglia Palma ha scelto di ospitare all’interno del Casale, in contrada Tavolata, un piccolo museo della civiltà contadina locale.
«Abbiamo cercato di recuperare e conservare pezzi che raccontano la storia dei nostri nonni, attrezzi agricoli primordiali di quando il lavoro era manuale, che testimoniano la fatica fatta dai nostri antenati per mantenere e portare avanti questi terreni», sostiene Rino Palma, che sente forte il dovere di tramandare la tradizione e il potenziale della terra alle generazioni future.