Una colossale frode fiscale fruttava a 7 società per azioni operanti nel settore del commercio di plastica, metalli, cellulosa e prodotti petroliferi, circa 500 milioni di euro l\’anno, la truffa è stata scoperta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bergamo che ha fatto scattare ieri in tutta Italia un maxi sequestro per un valore di 238 milioni di euro.

All\’origine della frode una rete criminale molto estesa capeggiata da tre imprenditori napoletani residenti a Bergamo, a Monecatini (Pt) e nel Principato di Monaco. Denunciate 71 persone.
Le partite di merci, acquistate sui mercati internazionali, venivano spedite in depositi situati in Italia e cedute alle società italiane del gruppo, le quali provvedevano ad immetterle sul mercato. Questo passaggio avveniva attraverso società di trading formalmente costituite nel Regno Unito e negli Usa con branch in Svizzera, ma in realtà erano gestite e titolari di partita Iva nel nostro Paese attraverso l\’istituto della \’identificazione diretta\’.
Per mezzo di un meccanismo che permette la detrazione dell\’Iva in acquisto, le società italiane hanno conseguito un enorme vantaggio fiscale e alterato la libera concorrenza, ponendosi nelle condizioni di poter vendere i prodotti a prezzi inferiori rispetto ai loro concorrenti. I proventi delle attività illegali, trasferiti su conti correnti in Inghilterra, Svizzera e nel Principato di Monaco, sono stati in parte reinvestiti in Italia, anche attraverso societa\’ immobiliari controllate in modo occulto, dietro lo schermo di note societa\’ fiduciarie italiane e società residenti nel Regno Unito ed in Liechtenstein.
I rapporti con il piccolo Stato mitteleuropeo hanno peraltro trovato ulteriore conferma in seguito alla pubblicazione nell\’estate del 2008 dei clienti dell\’Istituto bancario Lgt Bank, tra i quali risultavano anche due capi dell\’organizzazione criminale.
Le fatture ricevute ed emesse dalle società con sede nel Regno Unito e negli Usa si sono pertanto rivelate relative ad operazioni soggettivamente inesistenti, per un ammontare complessivo superiore ai 2 miliardi di euro. L\’imposta sul valore aggiunto non incassata dallo Stato è risultata quindi pari a 238 mln di euro, valore a cui si riferisce l\’importo del sequestro disposto dall\’Autorita\’ Giudiziaria.
Le societa\’ estere utilizzate per realizzare la frode sono in tutto 28. Le persone denunciate sono 71, alle quali sono stati complessivamente ascritti 170 capi d\’imputazione. I reati contestati spaziano dall\’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale a carattere transnazionale alla truffa ai danni dello Stato, dal reimpiego di capitali provenienti da illeciti al contrabbando ed al favoreggiamento.
Coinvolti anche sei professionisti, tra i quali un commercialista con studio a Como che ha concretamente contribuito con gli ideatori del complesso meccanismo nella messa a punto della frode miliardaria. E\’ altresi\’ emerso il coinvolgimento di imprenditori e faccendieri compiacenti nonche\’ di numerose \’teste di legno\’ che, in cambio di lauti stipendi, hanno prestato il loro nome per non far apparire il ruolo dei reali amministratori nella gestione fraudolenta delle imprese coinvolte. Due di queste, in particolare, erano state appena trasferite da Milano a Lucca per ostacolare le indagini in corso. Inoltre, nello scorso aprile il controllo societario di un\’altra impresa milanese era stato trasferito ad una holding del Delaware (USA), amministrata da un cittadino panamense.
In particolare sono stati sottratti alla disponibilità degli indagati 242 immobili, tra i quali 22 ville situate in un complesso residenziale a Campoformido (Ud), un resort con piscina e discoteca in ristrutturazione a Montecatini (Pt), casali ed appartamenti di elevato pregio a Bergamo, Napoli, Roma, Milano, Como, in Toscana e Friuli, nonche\’ vari appezzamenti di terreno edificabili e coltivati in diverse regioni. L\’operazione ha richiesto l\’impiego di circa 300 Fiamme Gialle in Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Campania.
Tra i beni cautelati anche i pacchetti azionari di 42 imprese, tra le quali le societa\’ per azioni italiane coinvolte nel meccanismo di frode, nonche\’ le immobiliari attraverso le quali gli indagati avevano reinvestito in Italia parte dei proventi conseguiti, 22 tra autovetture e moto di lusso e disponibilita\’ finanziarie e titoli depositati in rapporti bancari e fiduciari accesi in tutta Italia. Grazie infine al prezioso ausilio fornito dalle unita\’ navali del Corpo di stanza in Toscana, sono stati sequestrati a Porto Santo Stefano (Gr) due yacht battenti bandiera inglese di proprieta\’ di una societa\’ britannica amministrata da uno dei capi del sodalizio.
Si tratta del panfilo \’Calypso of London\’, di 34 metri, ex dragamine della marina britannica riattato ad imbarcazione da diporto negli anni \’70 e completamente rimodernato nel 2007, del valore stimato di oltre 5 milioni di Euro, ormeggiato nel porto turistico ed il motoryacht \’Sonia Maria\’ di 17 metri, individuato in un cantiere della medesima localita\’ balneare.
 
(fonte Capitanata.it da Adnkronos)

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