ingegneriinformaticiBari – Da una parte le aziende ICT pugliesi che richiedono profili sempre più specializzati, dall’altra le Università che non riescono a creare percorsi didattici al passo con le richieste del mercato. Ed è anche per questo che il 71,8% delle imprese pugliesi più innovative ha difficoltà medio-alte nel reclutare specialisti nelle scienze informatiche (analisti, programmatori, informatici, ricercatori) e l’85,1% nel trovare ingegneri (compresi quelli informatici). I dati, forniti da una ricerca realizzata dall’Arti (Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione) Puglia sono stati presentati oggi durante la seconda giornata degli ‘Open Days – Agenda Digitale Puglia 2020’ organizzati da Assessorato allo Sviluppo economico della Regione Puglia, InnovaPuglia e Distretto Produttivo dell’Informatica Pugliese, incentrata sul tema ‘Competenze digitali. Le professionalità del futuro. Dal digitale arriva l’opportunità per il territorio di offrire buona e duratura occupazione’.

«La provocazione con cui è iniziata la giornata – ha detto Francesco Surico, direttore generale di InnovaPuglia, intervenendo dopo i saluti di Alba Sasso, assessore regionale al Diritto allo studio e formazione – il video di Ken Robinson sul pensiero divergente, è un contributo di riflessione che consegniamo al territorio perché riteniamo che la sfida da vincere, per adeguarsi al digitale, sia quella di attivare nel processo di conoscenza tutti i sensi di cui disponiamo, senza irrigidirsi su modelli obsoleti non adeguati alla generazione dei nativi digitali.  Se la Puglia riuscirà a far lavorare insieme istruzione e formazione da un lato e imprese, grandi player multinazionali e piccole realtà locali dall’altro, in un rapporto proficuo con il mondo degli utenti finali e sulla base di un approccio multidisciplinare, sarà capace di andare oltre l’aggiornamento delle competenze digitali e cambiare completamente i paradigmi della cultura in senso digitale».

«La rivoluzione tecnologica in atto – ha commentato Gianni Sebastiano, presidente del Distretto Produttivo dell’Informatica Pugliese – che in questo momento vede tra i fenomeni più interessanti quello dei social network che dominano la scena del web influenzando  i comportamenti di milioni di persone, è silenziosa ma costante, giorno dopo giorno. Questo è forse il motivo principale per cui, a fronte di un’offerta cospicua di laureati in informatica anche nella nostra regione, le aziende IT pugliesi, soprattutto quelle più avanzate, hanno difficoltà a trovare personale altamente qualificato. Quello che chiediamo sono piani formativi più orientati alle esigenze delle imprese e un maggiore coinvolgimento del mondo academico nelle problematiche delle aziende; a queste ultime consigliamo maggiore apertura nell’accettazione dei nuovi modi di fruizione valorizzazione della rete».

L’indagine, realizzata dall’Arti Puglia su 147 imprese innovative, circa 2500 PMI e 140 grandi aziende, ha messo in evidenza la distanza tra l’offerta formativa delle Università pugliesi, costrette a fare i conti con tagli ai fondi e blocco delle assunzioni, e le necessità degli imprenditori che avrebbero bisogno di profili già specializzati. Così, l’incontro tra le aziende e i neolaureati del Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari (240 solo nell’anno accademico 2013 – 2014) diventa più difficile. D’altronde, poco possono fare i 45 docenti e ricercatori di quella facoltà, che ogni anno devono formare 700 nuove matricole, per rispondere alle esigenze aziendali.

Nelle società regionali ICT, come InnovaPuglia, invece, si osserva un fenomeno differente e le competenze si stanno spostando da quelle tradizionalmente specifiche  in informatica (sviluppatori, sistemisti, esperti di sistemi, ecc.) in nuove competenze che devono fare intermediazione tra la domanda e l’offerta del mercato ICT. Le società regionali lavorano essenzialmente sulla domanda delle regioni, per qualificare le loro richieste e tradurle in progettazione specifica che poi possa essere soddisfatta dalle imprese, ma anche come provider verso il mercato, occupandosi di scrivere i capitolati tecnici, gestire le procedure di affidamento, monitorare l’offerta e garantire la cosa pubblica sulla qualità dei risultati.

Analisti e progettisti di software, tecnici programmatori, ingegneri energetici/meccanici, tecnici della sicurezza sul lavoro ed esperti in applicazioni informatiche restano le figure professionali più richieste. In Italia, nel 2013, sul totale degli occupati solo il 17,4% era rappresentato da profili ad alta specializzazione.

Come nel precedente incontro, dopo gli interventi dei relatori si è aperto uno spazio per la discussione aperta, lo scambio di idee e conoscenze. L’evento, trasmesso in straming e videoregistrato, sarà a breve pubblicato all’indirizzo: https://www.innova.puglia.it/web/opendays, dove sono già disponibili i materiali della giornata precedente sulle infrastrutture digitali.

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