In un momento in cui il governo punta a rilanciare il rapporto con i contribuenti attraverso misure di alleggerimento fiscale, la nuova Rottamazione Quinquies e la riduzione dell’Irpef per il ceto medio si presentano come strumenti chiave della Legge di Bilancio 2025. La sanatoria fiscale riguarda i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate tra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2023, escludendo le cartelle da accertamenti fiscali. I contribuenti potranno scegliere tra: pagamento in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2026 oppure 54 rate bimestrali (9 anni), con interessi al 4% annuo, il doppio rispetto alla precedente rottamazione Quater. La misura prevede l’azzeramento di sanzioni e interessi, ma si applica solo ai debiti dichiarati e non versati. Sono inclusi anche gli interessi su multe stradali, mentre Imu e Tari restano esclusi.
Secondo l’esperto di crisi fiscale e fondatore di CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, la Quinquies presenta elementi di squilibrio rispetto alle precedenti sanatorie: “Si conferma che dalla sanatoria quinquies, contrariamente alla precedente, sono esclusi i contribuenti che hanno omesso di dichiarare in tutto o in parte il proprio reddito,” osserva. “Ma a colpire di più è l’esclusione di coloro che, oltre ad aver aderito alla Quater, hanno pagato regolarmente tutte le rate.” Una scelta che, secondo Carlo Carmine, rischia di penalizzare proprio chi ha rispettato gli impegni: “Resta il fatto che bisognerà intervenire su queste situazioni per evitare disparità di trattamento e salvaguardare gli interessi erariali, perché il debito residuo escluso difficilmente verrà estinto.”

