Che ormai i numeri degli iscritti ai vari social network siano esorbitanti e che gli stessi social network siano tantissimi è un dato di fatto incontrovertibile.

Secondo i dati di alcuni mesi fa Facebook, per numero di iscritti, sarebbe la terza nazione più popolosa al mondo.

I numeri dei Social Business sono altrettanto alti se pensiamo che stiamo parlando di manager e aziende. Il numero stesso di Social network, anche verticali, dedicati cioè a un determinato settore o a un evento aumentano a vista d’occhio.

Anche nelle nostre città non capita di rado di vedere nascere dei piccoli social network realizzati da giovani menti molto intraprendenti.

C’è fermento nell’aria. Si, ma che farsene ?

Se è vero come è vero che le quotazioni in borsa di Linkedin, alla sua partenza on line, sono state da brividi, se è vero che Microsoft pur di entrare nel mercato di internet e delle community on line è stata in grado di sborsare 8,5 miliardi di dollari per l’acquisto di Skype, è anche vero che oggi bisogna cominciare a capire come gli utenti, specialemente business, possano trasformare in valore (non necessariamente in vendite) il grande potenziale di una presenza on line anche attraverso l’utilizzo dei social media.

La domanda sta là. E in fondo anche i “proprietari” degli stessi strumenti social cominciano a preoccuparsi su come dare valore ai propri utenti affinché anche il fenomento social non si trasformi in una bolla come quella del 2000.

E’ vero anche che tutti, compreso chi fa impresa, dobbiamo lavorare affinché la nostra presenza sui social non sia: nè una perdita di tempo, nè un fatto puramente ludico, nè, ancor peggio, una pia illusione di successo.

C’è da lavorare su questo.

Una cosa è certa però: nei social network c’è una vera e propria miniera di informazioni e utilità da poter “estrarre”. L’unico problema sta nel capire cosa farci con quanto viene “estratto”

di Michele Dell’Edera
(http://www.micheledelledera.it)

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