E’ un tema caldo quello che ha per protagonista i libri (e il loro futuro) nell’epoca del Web 2.0. Ed e’anche uno di quelli che a piu’ riprese e con intatto entusiasmo hanno animato la Social Media Week di Roma.

Se ne e’ discusso anche pochi minuti fa da Fandango Incontro, con il conduttore tv Christian Floris, dove un pubblico attento ha seguito il caso della Libreria Liberrima di Lecce, per la quale un giovane team di esperti di Social Media, GurYou, ha sviluppato un piano strategico di Social Media Managment in collaborazione con l’ESADE.

Ma si parla anche di libri che nascono sul Web e di un autore sconosciuto che da vita a un esperimento: ogni settimana, sul suo blog pubblica un capitolo del libro e tiene aggiornati i suoi utenti attraverso il suo profilo di FB, interagisce con i suoi lettori, ne ascolta i consigli di cui tiene conto nella redazione dei suoi testi, alcuni dei suoi lettori diventano anche parte del libro stesso, attraverso contributi e diventando cosi parte del libro stesso. Che scrivere un libro nell’epoca del Web 2.0 diventera’ un processo compartecipativo? L’autore, che ha deciso di svelarsi oggi per la prima volta, si chiama Samuel Gusso.

Mario Adinolfi, tra gli ospiti del panel a cui e’ affidata la conclusione del dibattito, smorza un po’ l’entusiasmo che nel frattempo si e’ creato intorno al futuro dei libri nell’universo 2.0: da blogger (su Il Cannocchiale) e giornalista, pensa che l’Italia sia molto indietro. Mentre la libreria piu’ grande di NY sta per chiudere perche’ il digitale oltroceano sta rivoluzionando il modo di leggere, l’Italia arranca e manca di una cultura digitale adeguata e anche di strategie di business in grado di sostenerla (perche’, ci si chiede ad esempio, l’abbonamento ai quotidiani online americani costa molto meno di quelli italiani?). Occorrerebbe, secondo Adinolfi, considerare il Web come qualcosa da cui partire per arrivare altrove, un’onda su cui surfare, invece di chiudersi in una realta’ in cui rinchiudersi e si comunica con una realta’ spesso distorta.

da www.socialmediaweek.it

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