Secondo giorno oggi a Smau  ai padiglioni 1 e 2 di Fieramilanocity. Presenti a questa edizione i grandi player dell’industria mondiale dell’ICT e molte delle Regioni italiane.

Ieri, intanto, con un evento dal titolo emblematico,Tecnologie digitali e innovazione per il rilancio dell’economia, c’è stato il Convegno di Apertura di questa edizione, presieduto da Umberto Bertelè, Presidente Onorario MIP School of Management del Politecnico di Milano.


Ad aprire i lavori Pierantonio Macola, Amministratore Delegato Smau il quale ha presentato al pubblico in sala proprio quegli attori determinanti per la rinascita del nostro Paese: da un lato le aziende fornitrici di tecnologie digitali, presenti in Smau per raccontarsi alle imprese in modo diretto o attraverso la propria rete di partner italiani, dall’altro gli Assessorati alle Attività Produttive e all’Innovazione, che per prossimità risultano essere i primi e più importanti interpreti delle necessità dell’imprenditoria italiana.
Questi ultimi racconteranno in questi tre giorni tutte le iniziative messe in atto a favore delle aziende che vogliono investire in innovazione: dalle start up più innovative del proprio territorio ai laboratori e centri di ricerca, fino alle agevolazioni e strumenti finanziari resi disponibili alle imprese.

Ha afferma Pierantonio Macola, Amministratore Delegato di Smau: “L’esperienza quadriennale di Smau in giro per l’Italia ci ha portato a diretto contatto con oltre 300.000 imprese: in questa 49esima edizione milanese di Smau presentiamo gli oltre 500 i casi di successo che ci hanno fornito la ricetta del nostro antidoto alla crisi, cioè un efficace mix tra moderne tecnologie di grandi fornitori internazionali, il talento degli operatori italiani e la dinamicità di alcuni bacini territoriali particolarmente attenti alle esigenze delle imprese.
Sono proprio le piccole e medie aziende italiane al centro dell’attenzione di Smau, e proprio da loro può partire quella svolta culturale necessaria al rilancio dell’economia del nostro Paese. Questo è ciò che dal 2007 Smau ha compreso e messo in atto, dedicando i suoi eventi al management in genere, non esclusivamente al comparto ICT.
Nell’ottica di fornire alle imprese una piattaforma completa per il loro sviluppo, Smau ospita anche quest’anno gli interlocutori più importanti per le imprese: le Regioni, e in particolare gli Assessorati alle Attività Produttive e all’Innovazione, che per prossimità risultano essere i primi e più importanti interpreti delle necessità dell’imprenditoria italiana, e i grandi vendor dell’ICT, le aziende fornitrici di tecnologie digitali, che sono qui per mettere a disposizione delle imprese la credibilità e il prestigio delle grandi multinazionali”.

Dopo il saluto di Macola, la parola è passata a Roberto Formigoni, Presidente di Regione Lombardia, il quale ha ribadito che “Smau è un punto di riferimento non solo italiano, ma internazionale per parlare di sviluppo: è una finestra aperta sul futuro, un futuro fatto da un nuovo modo di agire, di pensare, di creare opportunità. Se è vero che il contesto economico attuale impone di ridurre spesa e frenare il debito, allo stesso tempo la stabilità è solo il primo passo verso la costruzione di questo futuro: è necessario considerare che “di solo rigore si muore”. Ricerca e innovazione sono allora i propulsori per il mercato, e nonostante l’inflessione generalizzata, il comparto ICT ha dimostrato di essere una leva fondamentale per favorire lo sviluppo: la politica non può e non deve permettersi di prescindere dalla tecnologia, ma deve puntare con decisione su di essa come vera e propria arma di rilancio per tutto il Paese.In merito all’Agenda Digitale, Formigoni ha concluso: “Proprio nell’ambito dell’Agenda Digitale Lombarda sono stati attivati importanti bandi per sostenere i processi di innovazione delle micro, piccole e medie imprese lombarde, incentivando gli investimenti in nuove tecnologie digitali. Anche ora che il governo regionale è stato chiamato a fare un passo indietro”, ha concluso Formigoni, “dobbiamo assicurarci, nell’interesse di tutti, di proseguire questo cammino, con la stessa energia, voglia e motivazione”.

Andrea Rangone, Full Professor degli Osservatori School of Management Politecnico di Milano,ha incentrato il suo intervento sul tema dell’Agenda Digitale, “ L’Introduzione dell’Agenda Digitale comporterà nei prossimi tre anni circa 20 miliardi di euro di riduzione di costi e 5 miliardi di maggiori entrate per la Pubblica Amministrazione in caso di digitalizzazione dei processi. Ecco perché il comparto tecnologico non può assolutamente essere ignorato e va certamente dato merito al governo di aver compreso, e investito, in questa realtà che davvero può dare quella spinta propulsiva necessaria al rilancio del Paese. Certo, in Italia vige ancora un Digital divide culturale e purtroppo anche infrastrutturale: siamo indietro rispetto ai paesi europei nell’uso dei sistemi informatici, con dati talvolta allarmanti: basti pensare che la penetrazione della banda larga veloce è ferma in Italia al 62%, a fronte di un quasi al 90% nei paesi nordici, e anche l’utenza internet si è fermata al 57%, contro il 77% e della Francia e circa l’80% della Germania. Ma questo è il vecchio intenet: il nostro advantage riguarda i nuovi media, il new internet che entra in tablet, smartphone, nel mondo mobile insomma: qui siamo veramente al di sopra delle medie europee, siamo 41% utenti internet da smartphone. In questo nuovo mondo l’Italia riveste una grande importanza.

Successivamente sono intervenuti gli Assessori allo Sviluppo delle Regioni presenti:

Loredana Capone, Vicepresidente con delega allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, ha insistito sull’importanza di valorizzare la creatività e la capacità inventiva delle nuove generazioni, che sono l’autentico valore aggiunto per il successo di un business innovativo: “è in questa direzione che vanno gli incentivi messi a disposizione dalla Regione Puglia, che vuole creare un sistema di diffusione della cultura dell’innovazione: numerose sono le iniziative e i bandi messi a disposizione soprattutto dei giovani startupper, che vanno premiati e supportati nella realizzazione delle loro buone idee.”E gli sforzi congiunti sembrano aver dato merito alla Regione Puglia, se è vero che “come rileva il Rapporto Svimez, il Pil della Puglia nel 2011 è aumentato dello 0,5%, le esportazioni sono cresciute del 17,9% e gli occupati di 11.600 unità. È opportuno aggiungere che questi dati nel 2012 sono ulteriormente lievitati: le esportazioni sono infatti aumentate dell’11,3% nei primi sei mesi del 2012, mentre gli occupati sono cresciuti di 55 mila unità tra aprile e giugno di quest’anno, rispetto al trimestre precedente. Per quest’ultimo indicatore siamo primi nella classifica italiana pubblicata dall’Istat”.

Andrea Gibelli, vice presidente Lombardia afferma: “Per Regione Lombardia la start up innovativa non solo è quella che rappresenta una nuova impresa a forte contenuto innovativo, ma è anche, e soprattutto, quella start up che consente di creare una filiera capace di riportare settori industriali maturi e tradizionali sul mercato di oggi”. E’ quanto detto oggi da Andrea Gibelli, vice presidente e assessore all’Industria e Artigianato di Regione Lombardia, nel corso del suo intervento all’apertura di Smau. Regione Lombardia – ha proseguito l’assessore – va esattamente nella direzione della contaminazione tra start up innovative e aziende tradizionali, con una particolare attenzione alle Pmi, per portare queste ultime nuovamente sui mercati con nuove caratteristiche di competitività, nonostante la pressione fiscale e i costi della burocrazia rendano poco competitivo il nostro sistema nazionale”. Gibelli ha anche ricordato che “Regione Lombardia, entro il 2020, ha messo in campo l’iniziativa Wikilombardia”. “Questa – ha spiegato – sarà costituita da una o più piattaforme informatiche, che consentano il trasferimento tecnologico all’interno di filiere”. “Ciò che conta – ha detto ancora – è fare sistema. Non considerare l’impresa come un soggetto che viva solo ed esclusivamente delle proprie risorse”.

La parola è passata poi a Federica Seganti, Assessore alle Attività Produttive della Regione Friuli Venezia Giulia, un territorio che per vocazione storica è tutto votato all’export: “e proprio studiando le realtà industriali che operano prevalentemente oltre i nostri confini abbiamo notato come il 70% delle imprese che esportano si sono innovate, o meglio, hanno dovuto innovarsi in senso tecnologico: è sulla base di questa forte indicazione che il Friuli Venezia-Giulia ha intrapreso un progetto di innovazione e crescita attraverso la creazione di un portale finalizzato all’attività delle imprese. Si tratta di uno strumento innovativo che semplifica la nascita e l’ampliamento delle aziende, nell’ottica di sviluppo della cosiddetta Smart Regione, ovvero un territorio con alta capacità di sviluppo grazie alla creatività delle sue comunità e istituzioni ed all’utilizzo della più moderne tecnologie. È questo l’obiettivo che ha motivato l’Assessorato alle Attività Produttive, a creare il portale del marketing territoriale (visitabile all’indirizzo web www.businessfvg.it), primo esempio in Italia di un mezzo conoscitivo ed informativo finalizzato all’attrattività di imprese e capitali per garantire lo sviluppo socio-economico – occupazionale del territorio e in grado di presentare l’offerta industriale tramite mappe territoriali integrate ad un database con l’indicazione, il censimento e la georeferenziazione dei consorzi e delle aree industriali.”

Alessandro Olivi, Assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia Autonoma di Trento, ha poi illustrato le contromisure messe in atto dalla sua Provincia per contrastare l’attuale crisi economica. “Nelle scorse settimane è stata approvata la riforma strutturale economica che ridefinisce la concessione degli incentivi per gli investimenti fissi effettuati dalle imprese. La riforma persegue l’obiettivo di selezionare gli investimenti da sostenere per stimolare la crescita e lo sviluppo, la competitività del sistema economico, e sostenere l’occupazione in un territorio che talvolta, proprio per la sua conformazione geografica, può essere “difficile”. Ha concluso Olivi che “ il cuore di queste misure sta proprio nell’innovazione che vuole essere il nucleo centrale della crescita”.

Alfredo Peri, Assessore Programmazione Territoriale, Urbanistica, Reti di Infrastrutture Materiali e Immateriali, Mobilità, logistica e Trasporti Regione dell’Emilia-Romagna, ha esordito notando come la sua Regione è nota per operare tipicamente in distretti produttivi. La sfida da affrontare è ora quella di “creare tra loro delle reti d’impresa da interconnettere, per trasformarli in veri e propri distretti tecnologici: l’Assessorato allo Sviluppo è intervenuto creando finora 93 reti di impresa collegate, anche grazie all’approvazione di bandi regionali tutti finalizzati al supporto della piccola e media impresa.” Tutto ciò è stato possibile nell’ambito di un’agenda digitale regionale che, afferma Peri, “vuole essere una vera carta dei diritti per le imprese, che devono avere il diritto di accesso alle reti tecnologiche, all’informazione e alla conoscenza, ai servizi alla persona e alle imprese eccetera”.

La prima, tra gli Amministratori Delegati, a prendere parola è Luisa Arienti, Amministratore Delegato di SAP Italia, che commenta le due le parole d’ordine, notissime ormai, che si voglio prendere in esame per il rilancio economico: “la prima è spending review, che non deve assolutamente essere un bruto taglio trasversale dei costi, ma deve includere progetti di razionalizzazione, ottimizzazione, risparmio: in questo ambito SAP vanta un’esperienza quarantennale, che adesso è stata messa al servizio anche delle amministrazioni pubbliche: da oltre un anno e mezzo il Comune di Roma sta digitalizzando le circa 115 mila pratiche interne di autorizzazione. La seconda parola d’ordine è Agenda Digitale, da leggere in termini di Sviluppo: SAP sta realizzando progetti di grande evoluzione, per esempio collaborando al Expo 2015 in direzione dell’integrazione operativa fra enti, fornitori, enti di vigilanza e controllo ed aziende, attraverso piattaforme digitali di collaborazione”.

David Bevilacqua, Vice President South Europe di Cisco e AD, osserva che quest’anno “finalmente si può guardare con ottimismo al futuro, almeno sul fronte dell’ICT: i paesi che da tempo hanno dimostrato di credere all’innovazione tecnologica, per esempio, stanno oggi attraversando migliori acque dal punto di vista della crescita e dell’impiego, soprattutto giovanile”. Bevilacqua prosegue rilevando, però, che “è fondamentale lavorare nell’ordine della contaminazione tecnologica, della diffusione virale di nuovi media a tutta la popolazione con un approccio sistemico e concreto: gli italiani sono al primo posto nella creazione di progetti pilota che si realizzano in brevissimo tempo e nascono effettivamente da idee innovative e validissime. Ebbene, è necessario diffondere una cultura dell’innovazione che possa far sì che queste buone idee si sviluppino in progetti concreti, di larghe vedute e di prospettiva duratura”.

Dario Bucci, Amministratore Delegato di Intel Italia, afferma che oggi tre macro-fenomeni aprono alle imprese nuovi, affascinanti scenari: “il primo è l’attenzione nel mondo consumer per le novità hi-tech, soprattutto nel campo del mobile computing. Il secondo, che investe anche il mondo delle aziende, è la “consumerization of IT” ossia la straordinaria evoluzione del mondo consumer che sta varcando sempre più i confini aziendali:oggi il manager, l’impiegato, l’imprenditore sono prima di tutto utenti di new technologies: oltre agli strumenti aziendali, infatti, usano un Ultrabook, un tablet, uno smartphone di nuova generazione, e le aziende si trovano a gestire questa miriade di dispositivi personali all’interno dei perimetri aziendali.
Un terzo fenomeno che coinvolge direttamente il segmento business, ed è conseguenza diretta dei primi due, è che le aziende hanno di fronte un salto epocale nella gestione delle proprie infrastrutture IT. Aprire le porte alla mobilità e all’integrazione di una molteplicità di device vuol dire necessariamente sposare le logiche del Web e del cloud computing.”

Nicola Ciniero, Amministratore Delegato di IBM Italia, introduce il suo intervento notando che “ci troviamo nel giorno zero dell’Agenda Digitale ed è bello essere a Smau per celebrare questo evento. Il prossimo passo fondamentale da compiere, però, è l’essere in grado di calare in pieno la tecnologia in una destinazione d’uso: oggi abbiamo l’occasione di vivere in un momento di discontinuità in cui l’innovazione gioca un ruolo abilitante nel concretizzare i cambiamenti di cui abbiamo bisogno, attraverso processi di razionalizzazione e di semplificazione della spesa pubblica – eliminazioni di sprechi, inefficienze e abusi – e di recupero delle risorse da dirottare altrove”. Alla luce di ciò Ciniero sostiene che“un circolo virtuoso tra Spending Review e Agenda Digitale, con una visione sistemica e integrata, non solo sia possibile ma lo sia praticamente a costo zero”.

Federico Francini, Presidente e Amministratore Delegato di Fujitsu Technology Solutions, nota le difficoltà del momento attuale osservando che “l’Italia in molti casi necessita ancora di infrastrutture di base che rappresentano i prerequisiti, in mancanza dei quali la vera innovazione non può nemmeno essere pensata.
L’Agenda Digitale varata dal governo è in questo senso molto ben articolata, dal momento che tiene conto delle necessarie infrastrutture di base, ma anche della contemporanea introduzione di veri elementi di innovazione. Ciò che bisogna a ogni costo evitare, nel momento dell’attuazione del decreto “Crescita 2.0”, è il posticipare, il dilatare i tempi: l’Italia ha bisogno di soluzioni efficaci in tempi certi e rapidi. Serve oggi una svolta, un cambiamento che non sia più autoreferenziale, ma che riesca finalmente a mettere al centro la società, le persone, cosa che Come Fujitsu, facciamo questo ormai da diversi anni”

Patrizia Grieco, Amministratore Delegato di Olivetti, indica come obiettivo per l’Italia, “quello di colmare il gap finora accumulato rispetto alle altre nazioni, tanto sul versante del capitale fisico (infrastrutture broadband e digitalizzazione del Paese) quanto su quello del capitale umano (formazione e merito). La strada per ridurre questo cultural divide è stata tracciata in questo ultimo periodo grazie all’impostazione dell’ Agenda Digitale, vera boccata d’ossigeno per l’economia italiana, se si calcola – secondo le stime più recenti – che la piena realizzazione del piano potrebbe consentire una riduzione del deficit nazionale di 19 miliardi di euro e stimolare al contempo una crescita del Pil tra lo 0,7% e l’1,3%. Il comparto ICT ricopre un ruolo chiave per la ripresa del Paese: non va dimenticato, però, che non c’è innovazione senza giovani talenti disposti ad attuarla, a renderla endemica: per questo la disoccupazione giovanile è un tema tanto importante”.

Pietro Labriola, Responsabile Direzione Business di Telecom Italia, esordisce affermando che “digitalizzare dall’interno l’impresa è un punto di partenza fondamentale. Oggi smartphone, tablet, laptop ed e-reader sono alla portata di tutti e l’impiego di internet e delle applicazioni web nella vita privata è diventato un’abitudine spesso irrinunciabile: sto pensando ai social network, all’home banking, all’e-commerce e all’ e-government, ad esempio. Molte di queste sono applicazioni Cloud, nella Nuvola. Ora è il momento di trasferire quanto appreso ad uso personale alla vita professionale, investendo sulle tecnologie al servizio dell’impresa nell’ottica di una semplificazione davvero reale e tangibile. In questa trasformazione le Imprese Italiane, soprattutto le piccole e medie, e i Professionisti non sono soli. Esistono in Italia aziende ed esperti specializzati nell’IT, più di 25.000, che hanno esperienza, competenze e capacità per contribuire alla rivoluzione digitale. Sono veri e propri “personal trainer” della trasformazione digitale con una presenza locale e una distribuzione capillare”.

Stefano Venturi, Amministratore Delegato di HP Italia chiude gli interventi degli Amministratori Delegati sottolineando come la competitività “nell’attuale scenario economico è un obiettivo improrogabile e soprattutto un augurio che noi – imprese, istituzioni, cittadini – dobbiamo fare al nostro Paese. Perseguire e riappropriarci della nostra spinta competitiva è fondamentale, così come considerare la tecnologia quale abilitatore di un’innovazione strategica, e quindi elemento centrale per accelerare la ripresa delle imprese e del paese. Le aziende leader – e tra queste HP – svolgono un ruolo fondamentale come propulsori di un’innovazione sistemica che deve accelerare l’abbattimento del digital divide, in un senso molto più ampio e puntuale: ad esempio tramite una serie di programmi e di azioni in grado di ridurre sensibilmente il gap attuale di accessi alle rete, potenziando allo stesso tempo la capacità di utilizzare in maniera efficace le tecnologie digitali.

In chiusura, il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera è intervenuto in merito al recente decreto legge “Crescita 2.0”: collegato telefonicamente, ha risposto alle domande di Umberto Bertelè e Andrea Rangone puntando l’attenzione sulle opportunità per le imprese del comparto dell’Information & Communication Technology derivanti dalle nuove misure previste e sul ruolo fondamentale delle start up per il rilancio economico del Paese.
Sottolineando il ruolo di Smau “che è simbolicamente un’ occasione in cui ci si rifà di tanti momenti di difficoltà del Paese, in cui è possibile toccare con mano parte dell’eccellenza nazionale”, il Ministro, incalzato poi dai moderatori, ha sostenuto che “bisogna che ci siano investimenti seri sia sul piano dell’infrastruttura che su quello dell’informazione: l’analfabetismo tecnologico è un nemico della crescita e dello sviluppo che bisogna assolutamente combattere. Il decreto sviluppo ha creato le condizioni perché si realizzi una vera razionalizzazione e semplificazione nelle Pubbliche Amministrazioni: esse devono iniziare a fare sistema tra loro, a comunicare per migliorare l’utenza e dei cittadini. A titolo puramente esemplificativo basti pensare a come l’Anagrafe unica, digitalizzata e in modalità cloud, ha semplificato in modo concreto e tangibile la vita degli italiani. Gli investimenti non solo servono a risparmiare e a creare maggior trasparenza ma a rilanciare nuove attività: e quando si parla di nuove attività non si può non pensare alle start up, settore che sono l’orgoglio dell’imprenditorialità made in Italy. La normativa, studiata con i più preparati esperti a livello nazionale e internazionale, ha affrontato tutti i momenti di possibile criticità nella costituzione delle start up, a cominciare da un avvio più semplice e rapido, meno burocraticizzato. In secondo luogo, una grande flessibilità fiscale e gestionale, soprattutto nei primi anni, quando davvero c’è bisogno di essere “agili”: addirittura ci sono stati dei correttivi alle procedure fallimentari, per renderle meno dure e penalizzanti. In terzo luogo, la possibilità ad accedere ad un alto numero di bandi pubblici”.

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