Dopo un lungo e complesso percorso di certificazione, SSCB – Swiss Stem Cell Bank è oggi ufficialmente riconosciuta come banca accreditata dall’associazione FACT-NETCORD. Un traguardo prestigioso che iscrive la banca del cordone con sede a Lugano nel club ristretto delle migliori bio-banche del mondo. Solo 40 banche del cordone possono fregiarsi del “bollino Netcord”, come lo chiama la direttrice scientifica di SSCB, Veronica Albertini.

Cos’è l’accreditamento FACT-NETCORD e perché è diverso dalle altre certificazioni?

«FACT-NETCORD è un’associazione non profit con sede a Omaha, USA, e dal 1997 è il riferimento mondiale delle banche del cordone, pubbliche e private. Accreditarsi significa investire risorse importanti e anni di lavoro per adeguare il proprio modo di lavorare agli standard definiti dall’associazione che riguardano ogni dettaglio e vanno scrupolosamente rispettati. Ovviamente sono previste ispezioni e l’accreditamento non è una volta per sempre, ma va rinnovato ogni tre anni», spiega Albertini. «Ad oggi le banche accreditate nel mondo sono solo 40 e tra queste ci sono le più grandi e prestigiose banche pubbliche, come la Milano Cord Blood Bank del prof. Paolo Rebulla, per fare un esempio vicino a noi. NETCORD è l’unica autorità riconosciuta a livello mondiale titolata a certificare la qualità del processo di raccolta, processamento e bancaggio delle cellule staminali del cordone ombelicale».

Esistono anche gli standard ISO e la GMP (Good Manufacturing Practices), quali le differenze?

«Nel settore c’è molta confusione, soprattutto in Italia», prosegue il direttore scientifico di SSCB. «Purtroppo, in assenza una severa regolamentazione che distingua per esempio le banche vere dalle società commerciali di intermediazione, è difficile orientarsi. La confusione fa tanto comodo a chi grazie ad essa riesce a coprire la qualità spesso mediocre del proprio lavoro, o peggio riesce a far credere alle mamme e ai papà di essere quello che non è, cioè una banca del cordone. È un fatto che né lo standard ISO – in genere ci riferisce al 13485 – né la GMP hanno una specifica pertinenza con il nostro lavoro. La GMP, in particolare, si applica ai processi di produzione (Manufacturing) in ambito farmaceutico, e le banche del cordone non producono, non “manipolano”; ma raccolgono, separano, conservano».

La certificazione FACT-NETCORD traccia una precisa linea di demarcazione. Spiega Albertini: «La finalità di una banca del cordone, e questo vale per la banca pubblica eterologa come per la banca autologa privata, è quella di conservare campioni di cellule staminali in previsione di un loro possibile futuro utilizzo a scopi terapeutici. NETCORD assicura all’ipotetico utilizzatore di quei campioni – ovvero al centro trapianti che si assume la responsabilità di una terapia cellulare – che i campioni conservati in quella banca sono stati raccolti e processati nel rispetto dei più alti standard di qualità e dunque hanno le carte in regola per essere utilizzati per un trapianto sull’uomo. Un centro trapianti quindi potrebbe anche rifiutare un campione proveniente da una banca non certificata NETCORD».

 

Con oltre 15mila campioni di cellule staminali conservati, provenienti da tutta Europa, SSCB Swiss Stem Cell Bank è una tra le realtà di riferimento in Europa per la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale. «Il trapianto di cellule staminali cordonali – conclude Albertini – è una procedura terapeutica consolidata. Tra la fine degli anni ’80 e il 2010 ne hanno usufruito oltre 20mila pazienti nel mondo, e la curva di utilizzo è in costante crescita, così come cresce, in tutto il mondo, il numero dei trials clinici basati sulle staminali cordonali. In tutto ciò, il ruolo delle banche del cordone è fondamentale perché siamo noi banche a mettere a disposizione il campione da trapiantare. La nostra responsabilità verso le terapie che verranno è enorme e dunque è irrinunciabile e prioritario l’impegno sul fronte della qualità. In questo senso FACT-NETCORD è oggi un riferimento obbligato».

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