pneumaticiNell’estate del 2012 l’Unione Europea ha introdotto una nuova normativa che prevede che tutte le tipologie di pneumatici siano dotati della cosiddetta “etichetta informativa europea”, uno strumento ideato a beneficio dei consumatori per poter compiere una valutazione più precisa ed esauriente degli pneumatici. All’interno dell’etichetta europea di cui gli pneumatici sono dotati si trovano il consumo di carburante che si verifica montando quel tipo di gomme, la loro rumorosità esterna espressa in decibel e la capacità di frenata sul bagnato.

Per poter inserire tali parametri vengono effettuate delle prove, che sono però a carico degli importatori oppure dei produttori, come evidenziato da sito specializzato nella vendita online di pneumatici https://www.gomme-auto.it/, ciò rende l’etichetta europea niente più che un’autocertificazione da parte delle aziende che sottopongono a test i loro stessi prodotti.

L’etichetta europea degli pneumatici è attendibile?

Il fatto che l’etichetta europea sia semplicemente un’autocertificazione mina la sua attendibilità agli occhi degli stessi consumatori, che sono dunque portati a chiedersi se i parametri indicati nell’etichetta siano veritieri e soprattutto affidabili. Non capita di rado, infatti, che i dati presenti sull’etichetta vengano smentiti dalle prove effettuate da organismi indipendenti e in particolare i brand di pneumatici meno noti tendono a fornire dati che non trovano riscontro nei test effettuati da terzi. Sono più attendibili, invece, i parametri indicati sulle etichette europee degli pneumatici delle aziende più importanti che operano nel settore. È stato riscontrato che pneumatici classificati allo stesso livello di quelli di tipo “premium” rivelassero alla prova pratica prestazioni decisamente inferiori rispetto alla classificazione riportata nell’etichetta europea, dando così adito a dubbi e polemiche circa la reale utilità dell’etichetta stessa. Inoltre i parametri di classificazione dell’etichetta europea si possono definire quanto meno incompleti. Un esempio su tutti: il pneumatico di marca Bridgestone “Ecopia EP001S” risultava avere una doppia A (quindi era al top secondo i valori dell’etichetta europea) per quel che riguarda il consumo di carburante e la capacità di frenata sul bagnato, ma la tenuta di strada complessiva con questi pneumatici è stata giudicata insufficiente al termine dei test.

Etichetta europea: un sistema che presenta fin troppi limiti

Il punto più controverso, come abbiamo visto, quando si parla di etichetta europea è proprio l’attendibilità: trattandosi di un’autocertificazione che le case rilasciano a se stesse, spesso non fornisce dati veritieri proprio perché i valori riportati non vengono sottoposti a controlli se non dopo il loro ingresso sul mercato. Questo rappresenta il limite più evidente dell’etichetta europea, che può essere superato solamente imponendo delle verifiche più approfondite da parte di organismi indipendenti, in grado di fornire dati maggiormente attendibili. Se questi dovessero risultare diversi da quelli espressi dall’azienda, nei confronti di quest’ultima si dovrebbero prendere dei provvedimenti per aver diffuso informazioni false circa i suoi prodotti. Allo stato attuale delle cose, poi, i parametri che vengono riportati sull’etichetta europea appaiono insufficienti ad esprimere il reale valore di uno pneumatico, poiché molte caratteristiche che andrebbero prese in esame ai fini di una valutazione complessiva ed esauriente vengono invece ignorate.

Di quali modifiche avrebbe bisogno l’etichetta europea?

Come è stato già sottolineato, i parametri riportati all’interno dell’etichetta europea sono soltanto tre, mentre quelli che in genere vengono presi in esame dagli organismi indipendenti o dai giornali specializzati sono una quindicina in tutto. Fra tali parametri ne troviamo alcuni che sono indispensabili per poter valutare appieno uno pneumatico, ovvero la tenuta di strada quando la velocità è elevata, l’usura, la deformazione, il livello di aderenza nelle curve e la tenuta e la capacità di frenata su terreno ghiacciato o nevoso. L’attuale sistema di valutazione dell’etichetta europea è fin troppo limitato, in quanto uno pneumatico potrebbe avere il massimo dei valori in quelle specifiche voci ma risultare insufficiente sotto altri punti di vista. Un’altra limitazione delle etichette risiede nel fatto che non sono previste revisioni, dunque i valori di uno pneumatico resteranno immutati sulla carta nonostante siano state modificate, ad esempio, alcune componenti o le tecnologie costruttive. In conclusione, l’etichetta europea si rivela insufficiente per valutare in maniera completa uno pneumatico e al momento è decisamente più affidabile il confronto fra test svolti da riviste del settore o organismi autonomi, la cui metodologia di analisi è decisamente più esaustiva.

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