Dal 16 al 18 settembre 2011 si è tenuto il Primo Festival della Dottrina Sociale della Chiesa presso il Centro Congressi della Fiera di Verona. L’evento ricco di incontri, manifestazioni e dibattiti sono stati dedicati al rapporto tra Dottrina Sociale della Chiesa e mondo dell’economia, con particolare riferimento agli argomenti dell’etica, della formazione e della responsabilità sociale dell’impresa.

Si è parlato di : sviluppo economico  e cooperazione, responsabilità sociale dell’impresa, rapporto tra donne e sviluppo, Sud: problema o risorsa? e  del governo del territorio sulla base della solidarietà sociale e della sussidiarietà . Sono intervenuti autorevoli esponenti a sviscerare le varie tematiche.
L’evento è stato promosso dalla Fondazione Toniolo di Verona, dal Collegamento sociale cristiano, dal Movimento Studenti Cattolici-Fidae, dalla rivista “La società”, dai gruppi della dottrina sociale, dalla Fondazione Segni Nuovi e dal Movimento nazionale giovani UCID ( Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti).

Si è discusso anche di come solo una società orientata verso il vero bene comune potrà consentire un sostenibile sviluppo socio-economico. L’imprenditore ed il dirigente sono figure che rivestono un’importanza centrale dal punto di vista sociale, perché si collocano al cuore di quella rete di legami tecnici, commerciali, finanziari, culturali che caratterizzano la moderna realtà d’impresa.

Questi non possono tener conto esclusivamente dell’obiettivo economico dell’impresa, ma è loro preciso dovere anche il concreto rispetto della dignità umana dei lavoratori che operano nell’impresa. La dottrina sociale riconosce la giusta funzione del profitto, come primo indicatore del buon andamento dell’impresa poiché ciò significa che i fattori produttivi sono stati adeguatamente impiegati.

Il tutto va armonizzato con la irriducibile tutela della dignità delle persone che a vario titolo operano nella stessa impresa. Le due esigenze non sono affatto in contrasto l’una con l’altra, dal momento che, da una parte, non sarebbe realistico pensare di garantire il futuro dell’impresa senza la produzione di beni e servizi e senza conseguire profitti che siano il frutto dell’attività economica svolta; d’altra parte, consentendo alla persona di crescere, si favorisce una maggiore produttività ed efficacia del lavoro stesso. L’impresa deve essere una comunità solidale non chiusa negli interessi corporativi ma tendere ad un’ecologia sociale del lavoro e contribuire al bene comune mediante la salvaguardia dell’ambiente naturale.

Anche una delegazione di giovani di Torremaggiore ha preso parte al primo festival della Dottrina Sociale della Chiesa condividendo la mission dell’evento.

Presenti sia studenti universitari che giovani lavoratori della città federiciana che si sono ritrovati a condividere e a discutere con altri giovani provenienti da tutta la penisola sulle tematiche del Festival.  Nella manifestazioni pomeridiane hanno preso parte anche gli sbandieratori e musici “Florentinum” effettuando molte sfilate a Piazza Bra e nelle zone limitrofe . Tanti applausi e grande apprezzamento è stato espresso durante il passaggio degli sbandieratori nel centro di Verona.

L’evento si è concluso domenica 18 settembre con la lectio magistralis “la spiritualità cristiana come modo di essere nel mondo per cambiarlo” a cura del Segretario di Stato Vaticano S.Em. Card. Tarcisio Bertone che ha invitato i laici cristiani a «dare esempi di credibilità», praticando la «coerenza tra i principi e i comportamenti, perché chi vuole cambiare il mondo non può farlo da solo, ma insieme agli altri, mettendo in comune esperienze e riflessioni».

Credibilità, dunque, ma senza dimenticare che c’è bisogno di «conversione come atteggiamento interiore permanente».  Molti riferimenti a San Francesco d’Assisi «che riparò la casa di Dio, che era in rovina, incominciando da se stesso, diventando testimone e apostolo di riconciliazione e di pace. Una coerenza che non pochi laici, anche in Italia, hanno pagato di persona. ».

Citati Vittorio Bachelet e Rosario Livatino, uccisi il primo dalle Brigate rosse e il secondo dalla mafia. La spiritualità della croce, ha continuato il Card. Bertone, implica per i cristiani impegnati nel sociale «fatiche, incomprensioni e contrarietà sopportate per amore della giustizia e della verità». Incomprensioni, ha terminato, «che si incontrano a ogni livello, anche ai piani alti della Chiesa».

Il Cardinale Bertone ha lanciato anche un monito ai giovani affinchè i valori della dottrina sociale possano essere la spinta per una nuova classe dirigente di politici che possa cambiare l’Italia.

Una sfida di non poco conto che dovrebbe indurre le giovani generazioni ad essere protagoniste del futuro della propria nazione sulla base dei valori.

E’ incessante lo sforzo della Chiesa, anche in questo periodo storico delicato;  lo sprono ad una società che torni ad attuare politiche finalizzate al bene comune non può che far bene ad un’Italia che ha smarrito credibilità etica e morale.

di Michele Antonucci

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