greciahotspot“Esprimiamo apprezzamento per la posizione appena assunta da UNHCR che ha scelto di interrompere alcune delle proprie attività negli hotspot in Grecia, che di fatto in base alle nuove disposizioni sono diventati strutture detentive, pur garantendo la loro presenza per vigilare sul rispetto dei diritti dei rifugiati e per fornire le informazioni sulle procedure per richiedere asilo”, ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children, l’organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti.

“L’accordo UE- Turchia che sarà implementato a partire dalle prossime settimane, si inserisce in un contesto non dotato delle procedure e struttura necessarie, così come non sembrano essere state predisposte le adeguate condizioni di informazione, accoglienza e sicurezza per i migranti in arrivo sulle isole. Inoltre, siamo particolarmente preoccupati per le migliaia di persone bloccate da mesi alla frontiera con la ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, ad Idomeni, in condizioni ambientali, sanitarie e di protezione inaccettabili, che non sono ancora state adeguatamente informate di quello che accadrà e che in questo momento vivono nella confusione dell’incertezza e della paura. In tale contesto, temiamo che le proteste in corso nel campo possano aggravarsi ulteriormente per la convinzione di queste persone di non avere più niente da perdere, coinvolgendo i più di 4000 bambini, anche piccolissimi presenti nel campo”.

“Alla luce di questi sviluppi anche la nostra Organizzazione che fino ad ora ha scelto di operare anche nei centri per cercare di tutelare nonostante tutto i bambini, ed in particolare i minori non accompagnati che costituiscono il gruppo più vulnerabile, sta considerando di rivedere nelle prossime ore la propria posizione. Nel frattempo abbiamo deciso di sospendere il trasporto dei migranti da alcune aree di sbarco agli hotspot.”

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