I Piani sociali di zona saranno finanziati dall’ente regionale solo se prevedono, per ogni 50.000 abitanti, almeno un centro socio-educativo e riabilitativo destinato ai disabili”. Lo ha dichiarato Anna Maria Candela, dirigente del “Servizio programmazione sociale e integrazione socio-sanitaria dell’Assessorato alla Solidarietà e Politiche sociali della Regione Puglia, nel corso del convegno “Favorire il dialogo tra le Istituzioni e il terzo settore”. L’incontro si è svolto a San Giovanni Rotondo ed è stato organizzato dall’A.Pu.S.B.I. (Associazione pugliese Spina Bifida e Idrocefalo). “Finalmente è cambiata l’attenzione delle Istituzioni verso queste problematiche – ha dichiarato Candela –. Il Piano regionale delle politiche sociali è stato diviso per obiettivi di servizio e, tra questi, è espressamente previsto anche quello della disabilità”. Il dirigente della Regione Puglia ha tenuto a precisare come ogni Piano sociale di zona “deve rispondere a tutte le esigenze del territorio senza trascurare le persone con diverse abilità. Inoltre – ha proseguito Candela – dal mese di dicembre è previsto l’assegno di cura rivolto alle persone in condizioni di non autosufficienza e saranno gestititi direttamente dalla Regione Puglia, dopo la gestione fallimentare degli enti locali”. E le buone notizie non finiscono qui. Durante il convengo sono stati annunciati dei contributi per finanziare corsi di formazione rivolti ai genitori di persone con handicap e l’assistenza personalizzata “h 24” per i malati gravi che hanno bisogno di assistenza domiciliare. Soddisfatto delle iniziative regionali il presidente dell’A.Pu.S.B.I., Domenico Innaimo che tutttavia denuncia il comportamento negativo dei sindaci. “Durante gli incontri per i Piani sociali di zona – ha dichiarato Innaimo – i sindaci o sono assenti o non conoscono affatto le disposizioni e i servizi che riguardano le persone handicappate”. Al convengo è intervenuta anche Maria Cristina Dieci, presidente A.S.B.I. (Associazione Spina Bifida Italia), che ha illustrato i numeri della spina bifida. “Nel 2008 si sono registrati in Italia 364 nuovi casi – ha dichiarato Dieci – Di questi, 165 sono nati mentre 199 sono state interruzioni volontarie di gravidanza. Ogni paziente affetto da spina bifida – ha proseguito il presidente dell’A.S.B.I. – spende 10mila euro all’anno (nel 1° anno la spesa può arrivare fino a 16mila euro) mentre nell’arco della vita, la spesa è pari a 392mila euro. Numeri davvero difficili e agghiaccianti”. Andrea Ricciardi, segretario nazionale della S.F.I.D.A. (Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità), ha denunciato come “la Finanziaria 2006 e 2007, per problemi di bilancio, ha tagliato i fondi per gli insegnanti di sostegno garantendo un rapporto solo di un insegnante ogni due disabili”. Durante l’incontro sono stati anche presentati i risultati dell’importante progetto “Modello di assistenza multidisciplinare a pazienti affetti da Spina Bifida per favorire l’integrazione socio-sanitaria”, finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

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