“Noi siamo veramente convinti che il Mezzogiorno e l’Agricoltura siano le priorità  fondamentali per l’Italia. Non  ci arrendiamo alle politiche nordiste del governo nazionale che stanno determinando un ulteriore allargamento del divario tra nord e sud dell’Italia.

E’ inaccettabile  tanto più oggi, a qualche mese dall’inizio delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, quando invece dovremmo finalmente avere un approccio ai problemi del Mezzogiorno in un disegno complessivo di politica economica veramente nazionale.

Nel Mezzogiorno vi oggi è una spesa pubblica pari al 34,8% del totale nazionale, in progressivo declino dopo il valore massimo registrato nel 2001 quando raggiunse il 41,1% della spesa in conto capitale del Paese.

Siamo lontani dal 45% del totale nazionale originariamente fissato in fase di programmazione, ma che non raggiunge nemmeno il cosiddetto “peso naturale” del Mezzogiorno, che è del 38% media tra la sua quota di popolazione (35%) e la quota del suo territorio (40,8%).

Il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) doveva avere un ruolo “chiave” di  riequilibrio economico  sociale e territoriale.

Invece nel 2008, 2009, e nel 2010 il governo nazionale ha utilizzato il FAS per finalità estranee ai fondi Fas, che erano e che avrebbero dovuto essere  finalità meridionaliste.

Dal  FAS  il Cipe ha stornato una montagna enorme di risorse finanziarie,  circa 19 miliardi, a cui si aggiungono un’altra decina di miliardi con vari prelievi.

Con i Fondi per le Aree Sottosviluppate del Mezzogiorno si  finanziano l’Expo di Milano, il Parmigiano Reggiano, le compagnie di navigazione del Lago Maggiore e del Lago di Garda.

Il Mezzogiorno e l’agricoltura sono soli di fronte alla recrudescenza della criminalità mafiosa ed economica.

Oggi più che mai la saldatura tra potenza economica e prepotenza criminale appare chiara e condiziona la nostra vita civile e la nostra attività produttiva.

 

 

 

L’attività della criminalità comune e organizzata in agricoltura ha compiuto un salto di qualità, trasformandosi in quelle che definiamo agromafie e agropiraterie. Esse sono intente soprattutto alla sofisticazione e alle operazioni di dumping sui prodotti agricoli, e alla depredazione dei certificati verdi con i grandi parchi eolici e fotovoltaici grazie alle maglie larghe della legge. Per queste ragioni chiediamo l’istituzione e la convocazione permanente di una Cabina di regia dei controlli delle agromafie e dell’agropirateria

I redditi hanno subito in un anno un drastico colpo di scure: meno 21 per cento. Nel 2009 più di 50 mila imprese sono state costrette a cessare l’attività.

Dal 1 agosto scorso è stata cancellata la fiscalizzazione dei contributi Inps per le aree svantaggiate del Mezzogiorno, con il quasi  raddoppio degli oneri sociali. Per la Puglia, la regione che più assume manodopera agricola con 15 milioni di giornate lavorative annue, significa pagare 56 milioni in più all’Inps. Ecco, se il governo utilizzasse il bancomat dei Fas per la fiscalizzazione Inps avrebbe la nostra approvazione.

Nel 2010 l’agricoltura del mezzogiorno e pugliese ha bisogno di certezze di fronte al Processo di Barcellona,  che l’Area di libero Scambio EUROMED prefigura:

Opportunità  per i Paesi dell’UE Centro-settentrionale e Italia del Nord che sono maggiormente specializzati in produzioni continentali ed hanno una struttura industriale tecnologicamente avanzata ed efficiente.

Minacce per il Mezzogiorno e i paesi UE mediterranei che sono produttori di Ortofrutta e Olio d’oliva”.

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