La ripresa è arrivata ma non è forte, quantomeno non ancora. A sostenerlo il rapporto mensile di UniCredit research, la struttura di analisi e studi economici, guidata dal capo economista di piazza Cordusio, Marco Annunziata. C’è stato, si legge nel rapporto, un balzo a sorpresa della produzione industriale in agosto, ma il quadro complessivo resta, tuttavia, quello di un rallentamento della crescita del PIL a 0,3% nel 3° trimestre dopo lo 0,5% del secondo trimestre.

Erano state le esportazioni a sostenere quello 0,5%, esportazioni che erano cresciute del 3.3% ma è comunque continuata la contrazione degli investimenti nel settore delle costruzioni e la stagnazione dei consumi privati. Lo scenario è quello di una produzione nazionale sostenuta dalla domanda estera, come appare evidente dal forte incremento dei nuovi ordinativi dell’industria in agosto, in aumento del 7,3% mese su mese, grazie alla forte espansione proprio degli ordini dall’estero.

Un sostegno, quello che arriva dall’estero che, sempre secondo l’ufficio studi di UniCredit, è destinato a diminuire, contribuendo alla previsione di un sostanziale rallentamento generale della crescita del Pil nazionale.

Altri segnali arrivano dai crediti bancari. Se, infatti, infatti, in generale  resta su di un sentiero di ripresa con un +3% ad agosto, andando a vedere nel dettaglio l’aumento significativo riguarda il credito alle famiglie, aumentato ad un tasso annuo del 2,7% in agosto (con una forte ripresa dei mutui immobiliari), mentre il contributo dei prestiti alle imprese si conferma negativo, nonostante un lieve miglioramento (da -1 punto percentuale in luglio a -0,4 punti percentuali), conseguenza diretta del rallentamento degli investimenti.

Sul fronte dell’occupazione, poi, i dati pubblicati di recente dall’ISTAT avevano evidenziato alcuni segnali incoraggianti, con l’indagine mensile sulla forza lavoro che mostrava sino al mese di agosto un calo progressivo della disoccupazione sino a toccare il livello più basso dal 2009 all’8,1%, ben al di sotto della media di eurozona. Ma la buona notizia è durata poco, visto che gli ultimi dati hanno confermato un tasso di disoccupazione in salita al 8,3%.

Infine l’inflazione e i prezzi. Dopo essersi stabilizzata all’1,6% a/a in settembre, l’inflazione dei prezzi al consumo ha ripreso ad accelerare in ottobre, portandosi all’1,7% (stima preliminare). Nel complesso lo scenario di medio termine resta favorevole, con l’inflazione che rimane stabile intorno ai livelli attuali fino a tutta la prima metà del 2011 e si attesta in media rispettivamente all’1,5% e all’1,9% quest’anno e l’anno prossimo.

Un quadro contrastato, quindi, che, almeno per quest’anno, allontana la prospettiva di una ripresa economica forte ma comunque conferma come il peggio sia passato e che il Sistema Italia stia, seppur lentamente, ripartendo.

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