La provincia di Foggia  può continuare ad essere il granaio d’Europa, oggi ancor più di ieri. Con la benedizione dei più importanti rappresentanti istituzionali e scientifici,  mercoledì mattina è stato presentato ufficialmente il progetto di ricerca “GRANOBIO” portato avanti da 7 giovani imprese agricole del Consorzio Daunia&Bio.

Il progetto, finanziato dal MIPAAF, intende perseguire l’ottimizzazione della gestione agronomica, recuperare, valorizzare e sviluppare varietà di frumento duro in grado di garantire una produzione qualitativamente superiore e, definire un disciplinare di produzione in grado di rendere la coltivazione economicamente sostenibile per le aziende agricole della provincia di Foggia impegnate in questo settore. Inoltre un altro obiettivo da perseguire è quello di ricavare una metodologia riproducibile così che il progetto “GRANOBIO” possa diventare un modello per la diffusione delle tecniche e lo sviluppo di una filiera “dedicata” alla produzione di frumento duro biologico di alta qualità.

Presenti alla giornata di open day e workshop “Frumento duro Bio: tra passato e futuro”, svoltasi presso il CRA di Foggia (con un’appendice presso l’azienda Magnatta di Ascoli Satriano, dove si è svolta una breve escursione nei campi oggetto dell’esperimento), erano presenti  Roberto Papa- Direttore C.R.A. Foggia, Pasquale De Vita- Ricercatore e Coordinatore progetto, Maurizio Magnatta – Presidente Consorzio Daunia & Bio, Matteo Di Mauro – Segretario Generale C.C.I.A.A. Foggia e Savino Santarella – Assessore Provinciale Agricoltura, nonché Vinicio Razionale, vice presidente nazionale ICEA e gran parte degli stakeholders del settore.
“Le aziende di Matteo Iuso, Mauro Paolo Magnatta, Giuseppina D’Andrilli, Stefano Maria Pirro, Francesco Di Lauro e Francesco Di Stefano (tutti imprenditori agricoli under 40), socie del Consorzio, certificate ai sensi del Reg. Ce 834/07 e gestite da giovani imprenditori agricoli,  costituirsi in ATI, (Associazione Temporanea di Imprese) – ha spiegato Magnatta- hanno l’obiettivo di qualificare il sistema produttivo aziendale, attraverso l’attività di ricerca e sperimentazione, per la costituzione di una filiera biologica dedicata alla produzione di frumento duro di alta qualità. Il mercato chiede fornitori qualificati che possano offrire un prodotto stabile e valido. Ci sono diversi fattori che ci fanno pensare che il segmento del biologico possa portare un valore aggiunto all’agricoltura di Capitanata. Puntiamo a costituire una OP del biologico non solo per la pasta, ma anche per altri settori dell’agroalimentare locale”.

Nello specifico, GRANOBIO, intende ottimizzare l’avvicendamento colturale, migliorare la fertilità dei suoli, migliorare la gestione della flora infestante ed incrementare gli standard qualitativi della produzione di frumento duro. Il tutto utilizzando antiche e nuove varietà di grano duro.

“Il segmento biologico – ha evidenziato Razionale – non è solo un metodo di produzione che rispetta la salute dell’uomo e dell’ambiente, ma anche un modello di sviluppo sostenibile che valorizza la qualità delle risorse delle comunità locali, aiutandole a far fronte alla concorrenza globale. L’agricoltura biologica assume dunque particolare importanza scientifica ed economica per il rilancio del settore”.

Un forte plauso e dichiarazioni di impegno concreto di sostegno a “Granobio” sono giunte da Papa Di Mauro e Santarella, che, dopo anni, finalmente vedono un cambio di rotta da parte degli addetti ai lavori.

“Tre sono gli elementi che qualificano significativamente GRANOBIO – ha evidenziato Papa-. Il primo è la produzione di alimenti salutistici e dall’alto valore nutrizionale. Il secondo è la qualità ambientale sviluppata attraverso un’agricoltura meno invasiva ed inquinante rispetto al passato. Terzo, la salvaguardia e la tutela della biodiversità autoctona che si riverbera sull’innalzamento della qualità della vita dei cittadini. Mi inorgoglisce e mi fa ben sperare l’approccio partecipativo voluto e dato dai responsabili del progetto – conclude Papa-. La ricerca non è fatta in laboratorio e imposta agli agricoltori, ma siamo al cospetto di un cammino univoco e condiviso”.

Tecnica e significativa l’analisi di Di Mauro. “GRANOBIO sarà certamente in grado di ridare fiducia al segmento del grano duro, pesantemente colpito dalla crisi economica degli ultimi anni. Con questo progetto si potrà riequilibrare il costo del prodotto finale. La forza di mercato – prosegue- sta nella qualità e nella sostenibilità del prodotto e di tutto il suo processo di trasformazione. Fattori che possono evitare pericolosissime ed inutili psicosi come quelle del cetriolo”.

“Questo progetto – ha fatto eco Santarella- è un piccolo miracolo. E’ la sintesi perfetta del mio mandato politico-amministrativo da assessore. Tutt’assieme vedo il coinvolgimento dei giovani, la valorizzazione del grano duro, lo sviluppo del segmento biologico e soprattutto si parla concretamente di futuro, andando aldilà delle solite preoccupazioni legate alla stagionalità. Questo dev’essere un punto di partenza, un esempio da mutuare anche in altri segmenti produttivi agricoli. Una perfetta regia per far fare squadra alle aziende e raccordarle con gli strumenti della ricerca e con le Istituzioni che si occupano di tutela e promozione del territorio”.

Già tra qualche mese si avranno i primi risultati della ricerca “GRANOBIO”. Nelle prossime settimane gli agricoltori provvederanno alla mietitura delle spighe e, successivamente, si procederà con l’analisi delle messi e relative sperimentazioni nei processi di trasformazione, fino a giungere alla produzione sperimentale di pasta e derivati.

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