Buoni risultati per il Made in Italy nel mese di luglio: l’incremento, seppure di lieve entità, delle vendite complessive fa segnare, nei dati destagionalizzati, il miglior risultato tra i maggiori esportatori europei (+1,0% rispetto a giugno, per un valore di 31,4 miliardi di euro). La Germania, Paese leader dell’export europeo, registra invece una riduzione delle vendite dell’1,8% e per il secondo mese consecutivo vede erodersi anche l’avanzo della sua bilancia commerciale, che tra giugno e luglio brucia circa tre miliardi di euro.

Anche a livello tendenziale, cioè rispetto a luglio 2010, l’Italia supera la Germania (+9,0% contro +7% circa) e batte anche i cugini d’Oltralpe (+2,4%), con cui prosegue il testa a testa per le esportazioni verso i Paesi extra-europei: da marzo a luglio, l’Italia recupera posizioni tanto che il valore cumulato delle vendite nel periodo è di 68,5 miliardi di euro rispetto ai circa 66 miliardi della Francia.

“Sempre a livello extra-europeo, cambiano le rotte dell’export italiano. – afferma Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat – Se nel 2000 oltre un quarto delle vendite italiane erano assorbite dai soli Stati Uniti, a dieci anni di distanza la quota export risulta quasi dimezzata (dal 27% al 14%), mentre i mercati più dinamici – ovvero Cina, India, Russia e Mercosur – guadagnano circa 8 punti percentuali e rappresentano oggi il 17% delle vendite extra-UE”.

“L’aumento delle esportazioni è certamente un indicatore del dinamismo delle imprese italiane, ma in una situazione in cui serve un grosso impulso allo sviluppo, va comunque letto tenendo conto del contributo complessivo alla crescita del PIL. – prosegue EspositoInfatti, il contributo dell’export al netto delle importazioni alla formazione del PIL è negativo, pari al -1,8% nel secondo trimestre 2011. Va ricordato però che tra le grandi economie europee solo in Germania le esportazioni nette danno un contributo positivo alla crescita del PIL, mentre Francia e Regno Unito presentano un contributo del -3,1% e -2,9% e la media dell’UE a 27 è ferma allo 0,7%”.

Infine si consolida il surplus del Made in Italy all’estero: nel periodo gennaio-luglio 2011 supera i 29 miliardi di euro (in aumento di 5,6 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2010), grazie soprattutto alla meccanica, che contribuisce per ben l’88% al saldo positivo complessivo.

(fonte Assocamerestero)

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