Anche nel microcosmo dell’economia locale l’uso distorto del concordato preventivo fa danni. Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, porta la testimonianza di una piccola Banca di Credito Cooperativo, attiva fra Altomilanese e Varesotto, sull’effetto del concordato “facile” lamentato dal direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, nell’articolo dal titolo “Concordati boomerang per l’impresa” pubblicato su il Sole24 Ore di martedì 12 marzo.

«Avevamo denunciato il problema già alla fine del 2011 -ricorda Scazzosi- perché stavamo assistendo da tempo a un incremento nel ricorso alle procedure concorsuali che, negli ultimi quattro anni, nei tre tribunali di riferimento per il nostro territorio, Milano, Varese e Busto Arsizio, sono triplicate. Sono certo che la crisi abbia colpito duro il sistema delle nostre imprese, ma sono anche convinto – come rimarca Panucci sul Sole 24 Ore- che ci siano imprenditori che utilizzano in modo distorto la legge fallimentare per liberarsi dai debiti e, magari, ripartire da zero con una nuova attività. E per arginare questo fenomeno, che procura ulteriori danni a un tessuto economico già provato, serve probabilmente rivedere la normativa vigente in materia di concordato preventivo.

«L’effetto è quello di penalizzare l’economia sana -prosegue Barni-: le aziende creditrici restano a bocca asciutta, le banche non recuperano quanto prestato e queste risorse non sono più disponibili per famiglie e imprese. È un buon segno se, come scrive il direttore di Confindustria, alcuni giudici hanno bloccato concordati “finti”, alcuni dei quali noi abbiamo provveduto a segnalare alla Magistratura. Ma sono proprio questi interventi dei giudici la prova provata della necessità di regolare la corretta applicazione di uno strumento nato per una giusta causa, ma di cui si sta facendo un uso non più tollerabile».

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