Diciamolo subito “il professore” e il suo “collegio docenti” (ndr Governo) sta pensando in maniera strategica, sta pensando in maniera ragionieristica, sta pensando in maniera tecnica. In questo modo vola alto e cerca di far volare alto anche l’immagine dell’Italia giunta ai minimi termini con il Governo Berlusconi e quindi, diciamolo pure, Dio ce ne scampi da un ulteriore ritorno come Premier del Cavaliere, ma questo è un pensiero personale che poco ha a che fare con il ragionamento successivo.

Dobbiamo dire, infatti, che il volo ad alta quota del Governo presieduto dal dottor Monti sta mandando lo stesso Governo talmente in alto da non vedere quello che succede realmente nel Paese, o quanto meno (e sarebbe forse peggio) da considerare quello che avviene nel Paese reale un danno collaterale inevitabile.

La realtà è che gli italiani, fatte salve tutte le invettive del Professore contro i delinquenti evasori (ma il male dell’Italia non è solo quello),  non possono far fronte a livello familiare e imprenditoriale (non so quale sia l’uno conseguenza dell’altro) al rincaro di tariffe, servizi e beni di consumo e contemporaneamente sopportare una pressione fiscale diretta e indiretta che, forse, non ha precedenti nella storia repubblicana.

Ci si continua a raccontare che tutta la colpa sta nell’evasione. Abbiamo visto sulle nostre spalle che gran parte delle colpe stanno in una spesa pazza dello Stato Italiano e degli Enti in generale, abbiamo visto che il buco del debito è dato anche da un comportamento anomalo e speculativo della finanza mondiale, abbiamo capito che il buco potrebbe essere “nero”, cioè senza fondo. A tutto questo aggiungiamo che il nostro Paese è diviso in due se non in tre parti che non competono tutte partendo dallo stesso punto di partenza.

La scelta che ha fatto il Governo è stata quella di tagliare i servizi inefficienti. La cosa sembra buona, ma tradotta nella realtà significa tagliare dove già non c’è nulla e non sostituire queste inefficienze con delle efficienze. In pratica significa desertificare determinate aree del Paese rendendole sempre meno autosufficienti, sempre meno competitive, sempre più un peso, sempre più un ramo secco e terre dalle quali fuggire o morire d’inquinamento e altro.

Il prezzo della benzina giunto a 2 euro grazie a un’invenzione italiana che tassa le tasse, il costo di tutti i servizi che non sono più alla portata di tutti (vedi i treni e le autostrade), il costo delle prestazioni, il costo dei parcheggi e dei loro “vigilantes” assoldati dalle città per far cassa più che per regolare il traffico e migliorare la qualità della vita. Tutto questo e tantissimo altro Caro Professore, Caro Monti, è una somma di cose che alla fine rende invivibile la vita delle nostre famiglie e insostenibile la competitività delle nostre imprese.

Insomma caro Monti, andando oltre le sue visioni riminesi, glielo dico usando la frase di un famoso meridionale che, almeno lui ci faceva fare un sorriso. Diceva Antonio De Curtis, in arte Totò: “E’ la somma che fa il totale !”

 

di Michele Dell’Edera

 

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