Ci siamo fidati e in fondo (anche se molto meno) ci fidiamo ancora, ma non riusciamo più a capire questo Governo se e come è in grado di portarci da qualche parte o se non solo verso l’aggiustamento parziale (e temporaneo) del bilancio dello Stato.

Non si può pensare di mettere in ordine un’economia solo attraverso l’aumento di entrate derivanti da nuove tasse. E’ come se un’azienda pensasse di vivere solo attraverso l’aumento di capitale e del contributo dei soci e non dal business aziendale.

L’Italia può ripartire solo se riparte il PIL e se riparte la sua economia e non solo quella della cosiddetta locomotiva nord, ma quella di tutto il Paese. Così come stanno le cose ad oggi, strozzati: dalle tasse, dagli aumenti dei carburanti, dalle minori entrate, dalla minore capacità di spesa degli stipendi, dai tassi bancari e dalla mancanza di credito, dalla diminuzione del lavoro, da una massa sempre maggiore di disoccupati, da una impossibilità di scaricare i costi, da uno stato che non taglia i suoi sprechi, ma che pretende di monitorare quelli dei suoi cittadini, da una politica distante da qualsiasi realtà, da professori che ormai ripetono, come in un disco rotto sempre le stesse cose.

“Stiamo pensando allo sviluppo”, dicono. Lo sviluppo ci può essere solo se all’economia del Paese viene data la possibilità di uno scatto, di un colpo di reni.

Un colpo di reni è possibile solo se il lavoro non è tassato così come oggi e se agli italiani viene concessa la possibilità di auto intraprendere, cioè di auto occuparsi senza il terrore dei controlli e dell’essere colpevolizzato solo perché racconti in giro di essere un professionista, un imprenditore, un artigiano.

Questo continuo puntare il dito sul “cittadino delinquente” senza mai prendere il coraggio a due mani e fare vere riforme è una cosa che è diventata stucchevole e lo sarà ancora di più a giugno quando arriveranno le prime cartelle IMU e quant’altro.

Non è antipolitica questa, però non ha alcun senso continuare a parlare di spread, di Europa, di Euro, se non si dà a tutti una speranza.

Sono mesi che si annunciano provvedimenti per lo sviluppo, dove sono ?

Sono mesi che si annuncia la fase 2 del Governo, dov’è ?

E non è possibile ogni giorno sentire un ministro di turno che dice che i giovani del sud devono avere pazienza, che chi vuole, raggiunge i risultati, che non c’è una questione meridionale, che gli imprenditori del Veneto non hanno nulla di cui lamentarsi, eccetera, eccetera.

La misura è colma.  E la predica giornaliera è stucchevole.

 

di Michele Dell’Edera

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