Roma, 9 dic. – (Adnkronos) – ”E’ essenziale che i paesi portino avanti piani di risanamento pluriennali credibili e attuino integralmente le misure di riequilibrio previste. Nei bilanci per il 2011 devono precisare interventi di aggiustamento credibili dei conti, incentrati sul lato della spesa”. A ribadirlo nuovamente è la Bce nel bollettino mensile di novembre che sottolinea che ”ogni evoluzione positiva delle finanze pubbliche, che possa verificarsi sulla scorta di fattori quale un contesto economico più favorevole delle attese, dovrebbe essere sfruttata per accelerare il processo di riequilibrio dei conti”.

L’urgente attuazione di riforme strutturali di ampia portata, poi, sottolinea la Bce, ”è essenziale per migliorare le prospettive di una maggiore crescita sostenibile. Profonde riforme risultano particolarmente necessarie nei paesi che in passato hanno subito una perdita di competitività o che al momento soffrono di disavanzi nei conti pubblici e disavanzi esterni elevati”. Eliminare le rigidità del mercato del lavoro e potenziare la crescita della produttività, rileva l’Istituto di Francoforte, ”favorirebbero ulteriormente il processo di aggiustamento di tali economie”.

A preoccupare molto è proprio il mondo del lavoro. Evidenziando come la durata della disoccupazione sia ”bruscamente aumentata nell’area dell’euro”, la Bce afferma che ”al fine di ridurla strutturale e il rischio di erosione del capitale umano associato ai lunghi periodi di disoccupazione, sono auspicabili politiche intese a promuovere la moderazione e la flessibilità salariale, insieme ad altre politiche attive per il mercato del lavoro, che rendano più efficiente l’incontro tra domanda e offerta e che rafforzino l’attaccamento al mercato del lavoro da parte dei disoccupati di lungo periodo”.

Il numero di persone rimaste disoccupate per almeno 12 mesi, infatti, sottolinea l’Istituto di Francorforte, ”ha subito un incremento del 30% nell’anno fino al secondo trimestre del 2010, a fronte di una crescita media del 4% registrata nel periodo 2008-2009”. La disoccupazione, rileva ancora l’istituto di Francoforte, è aumentata dal 7,6% nel quarto trimestre del 2007 al 10% nel secondo trimestre del 2010, raggiungendo il livello più elevato dal terzo trimestre del 1998.

A livello nazionale, i maggiori incrementi del tasso di disoccupazione sono stati registrati in Spagna (20%) e Irlanda (14%), principalmente per effetto dell’aggiustamento nel settore delle costruzioni. Simili andamenti si sono registrati per Slovacchia (14,4%), Grecia (12%) e Portogallo (11%). La Germania, per contro, sembra essere un caso eccezionale, dal momento che il rispettivo tasso di disoccupazione è di fatto diminuito nel periodo considerato

In ogni caso la ripresa continua, “trainata dalle esportazioni, a fronte del graduale rafforzamento della domanda interna”. Il pil, pertanto, dovrebbe registrare nel 2010 una crescita tra l’1,6 e l’1,8% nel 2010, tra lo 0,7 e il 2,1% nel 2011 e tra lo 0,6 e il 2,8% nel 2012. Secondo la valutazione del Consiglio direttivo, i rischi per queste prospettive economiche restano orientati lievemente verso il basso, in un contesto caratterizzato da incertezza. ”Da un lato, il commercio mondiale – sottolinea la Bce – potrebbe continuare a crescere più rapidamente delle attese, sostenendo le esportazioni dell’area dell’euro. Dall’altro lato, permangono timori riguardo al riemergere di tensioni nei mercati finanziari”. Inoltre, osserva la Bce, ”i rischi al ribasso sono connessi a nuovi rincari del petrolio e di altre materie prime, a spinte protezionistiche e a una possibile correzione disordinata degli squilibri internazionali”.

Quanto all’inflazione nei mesi a venire nell’area dell’euro si collocherà intorno ai livelli attuali, per poi ridursi nuovamente e rimanere nel complesso moderata nel corso del 2011 con un tasso complessivo che “si porterebbe in media all’1,5-1,7% nel 2010, all’1,3-2,3% nel 2011 e allo 0,7-2,3% nel 2012”.

Infine le immatricolazioni di auto nell’area dell’euro dovrebbero registrare un calo ”di circa il 10% nel 2010” dopo un aumento ”di oltre il 3% nel 2009”. “In prospettiva, l’andamento recente delle vendite di automobili, sia nell’area dell’euro sia in altre economie avanzate, indica in generale per i prossimi mesi una stabilizzazione, mentre le vendite nei mercati emergenti dovrebbero restare vivaci”, sottolinea la Banca centrale europea.

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