Gli aumenti IRPEF decisi da Vendola in Puglia stanno creando un clima teso nei confronti della Giunta Regionale non solo da parte dell’opposizione, ma anche della maggioranza. Ecco alcune dichiarazioni:

Orazio Schiavone, capogruppo regionale IdV:  “Non possono essere sottaciute le gravi iniziative varate dal presidente Vendola. Infligge alla popolazione pugliese un appesantimento dell’addizionale Irpef pari a 90 milioni l’anno e in pari tempo regala, fuori da ogni logica motivazione che non sia lo spreco, 60 milioni alla casa di cura “Don Verzè” di Taranto,  una struttura privata che gode della protezione di Berlusconi. Il tutto mentre l’assistenza pubblica soffoca nei debiti e a danno della tasche dei cittadini pugliesi”.

Nino Marmo, Consigliere Regionale PDL, Vice-Presidente del Consiglio Regionale: “Con un colpo di mano post-elettorale, evitando accuratamente ogni preventivo confronto, Vendola ha caricato per decreto sulle spalle dei Pugliesi un incremento IRPEF di 100 milioni di euro, che si disperderà come tutti i suoi precedenti inasprimenti fiscali nel baratro senza fondo di una Sanità sempre più degradata. Si tratta di una scelta sciagurata, cinica, sadica e vile che un Consiglio Regionale che non abbia completamente smarrito la sua dignità non può subire impotente, pena la sua definitiva delegittimazione. Anche perché le risorse necessarie si possono recuperare ampiamente, oltre che in un controllo finalmente serio della spesa sanitaria, in un Bilancio che sconta, per esempio, il carico pesante di 7 Assessori esterni e di un Capo di Gabinetto d’importazione, di una “comunicazione istituzionale” faraonica, di carrozzoni ad uso e consumo soltanto delle clientele vendoliane ecc.ecc. Un altro taglio possibile è quello proposto dalla UIL, che prevede il recupero dei 60 milioni di euro che l’Assessore Pelillo ha distratto per quel suo carissimo “San Raffaele” per il quale non esitò ad impegnare un suo prestigioso socio di studio. A tal riguardo non possiamo non apprezzare la posizione assunta del gruppo IDV, di cui siamo lieti di avere finalmente constatato l’esistenza in vita, e da cui ci attendiamo corrispondenti assunzioni di responsabilità in Consiglio. Se l’UDC non si offrirà un’altra volta a Vendola, possiamo stoppare in sede politica questo scippo ai danni dei Pugliesi.”

Il vice coordinatore e Consigliere regionale Fli Puglia, Giammarco Surico: “Contravvenendo ad ogni regola economica in tempo di crisi e superando ogni limite alla decenza, il governo Vendola aumenta le tasse per far fronte al deficit della sanità, costruito da anni di sprechi e di inadempienze proprio da questa maggioranza in oltre sei anni di governo. In sostanza, dinanzi alle difficoltà di imprese, lavoratori, pensionati, disoccupati, invece di mettere mano alla spesa e, quindi, di recuperare risorse con i tagli mirati e la lotta allo spreco, Vendola pensa bene di tornare a mettere le mani pesantemente nelle tasche dei pugliesi, già provati da tasse inique, come quella del ticket di un euro su ogni ricetta. Una scelta folle, oltre che vergognosa, che, producendo una ulteriore contrazione dei consumi, metterà in ginocchio le imprese già sofferenti e aggraverà lo stato di crisi occupazionale. Questa è la politica fallimentare della Puglia migliore del comiziante Vendola, che a furia di discorsi infarciti di propaganda, ha perso un’occasione utile per tacere anche a Milano, come ha sottolineato il neo sindaco Pisapia e dove è evidente che non hanno fatto breccia le tesi della sinistra radicale e populista del presidente della giunta pugliese”. /comunicato

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