\"\"Da quando ha lasciato la prestigiosa poltrona di Presidente della Federal Riserve, Alan Greenspan non perde occasione per ammettere gli errori di valutazione, commessi durante la sua aurea carriera, le cui conseguenze non sempre sono rimaste nella sfera di controllo dello stesso governatore.
 
Dopo il riconoscimento della sottovalutazione dell’anomalo proliferare dei mutui facili, concessi dal sistema bancario/immobiliare americano, ora è la volta dell’euro e della Banca Centrale Europea. A cui vanno apprezzamenti, riconoscimenti ed anche un pizzico di invidia, per i risultati inimmaginabili raggiunti. E per l’affermarsi della moneta europea come valuta di riserva al livello del dollaro, il cui dominio nei forzieri di tutto il mondo era secondo solo all’oro.
 
Quasi a voler tributare, anche lui, un omaggio ai 50 anni della Bundesbank, ricorda: “Non ho mai smesso di meravigliarmi per gli straordinari risultati raggiunti con l’introduzione dell’euro e l’istituzione della Bce. A quell’epoca nutrivo seri dubbi che l’Europa avesse bisogno di una nuova Banca centrale. Aveva già la Bundesbank ed era difficile replicarne il potere su scala continentale”.
 
Cospargendosi il capo di cenere aggiunge: “La Banca Centrale Europea è diventata una forza prominente negli affari economici mondiali. Abbiamo di fronte un’istituzione storicamente unica, una Banca centrale indipendente con il mandato esclusivo di mantenere la stabilità dei prezzi in un’area economica che produce oltre un quinto del Pil mondiale”. Non a caso, da Francoforte, gli fa eco il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi.
 
Intervenendo al convegno organizzato dalla Bundesbank sulla politica monetaria europea, per celebrare i 50 anni della Banca centrale tedesca, Draghi ha sottolineato: "stiamo celebrando il successo di una brillante strategia politica che ha voluto porre il concetto della stabilità dei prezzi, adottato dalla Bundesbank, al centro dell\’euro". La Banca centrale tedesca, ha proseguito il governatore di Bankitalia, "ha dato il modello di stabilità dei prezzi a tutte le banche centrali che formano la Bce".
 
Ma gli encomi di Greenspan non si fermano: “Il marco, il franco e le altre nove valute europee che sono confluite nell’euro erano troppo piccole per sfidare il dollaro statunitense come moneta di riserva. L’euro, invece, può e lo fa. Tanto da aver raggiunto, a settembre di un anno fa, il 25% delle riserve delle banche centrali”.
 
E con buona pace di Nicolas Sarkozy conclude; “Il modo sommesso in cui la Banca Centrale Europea e l’euro sono diventati una forza internazionale è troppo sorprendente per essere ignorato. Il mio amico Jean Claude Trichet ha motivo per rallegrarsi”.
 
Senza dubbio le autorevoli dichiarazioni di Alan Greenspan sono gratificanti. Ci sono buone ragioni per credere, pertanto, che non ringrazieremo mai abbastanza Carlo Azeglio Ciampi e Romano Prodi, per la provvidenziale cocciutaggine nel perseguire con convinzione l’impervio percorso per l’ingresso del nostro Paese nell’euro e per la conseguente adozione della moneta unica europea.
 
di Antonio V. Gelormini

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