”Contro di me c’è un pregiudizio”. Gettato nell’arena di Annozero per una trasmissione tutta dedicata alla cultura e significativamente intitolata ‘Macerie’, il ministro della cultura Bondi si difende, ribadisce le sue scelte, ripete di non meritare la sfiducia (”mi offende umanamente, è politicamente disonesta”) poi si dice ‘speranzoso’ per le sorti del governo. Ma finisce con l’essere fischiato in diretta dal mondo dello spettacolo riunito a Fontana di Trevi a Roma per protestare contro i tagli alla cultura. E il primo a metterlo sotto accusa è Riccardo Scamarcio che gli dice: ”ma come è possibile rilanciare l’economia senza partire dalla cultura?” Dopo una trasmissione scivolata via tutto sommato tranquilla, malgrado le accuse di Marco Travaglio che gli elenca le super spese del commissario straordinario di Pompei, critica l’operato del manager nominato per la valorizzazione del patrimonio e la nomina di Sgarbi a Venezia, l’atmosfera si scalda con il secondo collegamento con attori, registi e autori riuniti davanti alla fontana dove si girò la scena più famosa de La Dolce Vita di Fellini, per chiedere il rinnovo degli sgravi fiscali per il cinema e un progetto per la cultura. Bondi dichiara la sua volontà di arrivare ”entro fine anno” al rinnovo di tax credit e tax shelter e al ripiano del Fondo unico per lo spettacolo. Il regista Paolo Sorrentino però accusa: ”ho il sospetto che ci sia un motivo politico dietro il mancato rinnovo degli sgravi fiscali. Il cinema italiano di oggi fa paura”.Il ministro smentisce. Poi ricorda di aver molto apprezzato Gomorra. I fischi della piazza gli impediscono di terminare la frase. Sorrentino sbotta: ”Posso testimoniare che quando vide Gomorra tremava – lo accusa – e lei non ha mai visto il Divo!”. ”Non è vero, non è vero – si scalda Bondi – l’ho visto due volte il Divo!” Questo, aggiunge ”mi fa soffrire”.

Dalla piazza Giulio Scarpati gli fa notare che Gomorra non è di Sorrentino ma di Matteo Garrone. In studio, Veltroni gli ricorda quando diede degli accattoni ‘schiavi e proni’ agli attori. E gli ricorda anche quando disse di ”voler mettere becco sulla scelta della giuria di Venezia”. Bondi nega; ”Quelle frasi non mi appartengono”. Poi precisa: ”Per Venezia ho detto che il Mibac, che finanzia per intero il festival non ha alcun titolo, non di nominare membri giuria ma a discutere con presidente fondazione biennale su chi fa il presidente della giuria”. ”E l’autonomia della cultura?” gli chiede in studio Walter Veltroni. Ma non c’é solo lo spettacolo. In trasmissione si parla naturalmente di Pompei, anche un con reportage tra l’incuria del sito. Un collegamento con l’Aquila mostra i cittadini che manifestano ”al freddo e al buio” nel centro storico abbandonato con i beni culturali non recuperati. Altri servizi avevano raccontato all’inizio della trasmissione, i rifiuti di Napoli e la disperazione del Veneto sott’acqua. Veltroni ricorda a Bondi i tagli alla cultura, 2,8 miliardi tra il 2008 e il 2013. In studio elencano i numeri degli investimenti per il settore e il loro progressivo scemare. Bondi ribadisce quello che ha detto anche a Camera e Senato, difende tutte le sue scelte, compresa quella di nominare un commissario straordinario a Pompei e non solo, ripete che a Pompei ”é cascato un tetto” che gli affreschi della Schola si salveranno. Aggiunge che ogni anno nelle casse del ministero ci sono 650 milioni di giacenze, soldi che non si riescono a investire dice per farraginosità burocratiche. In finale l’affondo di Travaglio che ricorda al ministro la polemica con la quale era cominciata la giornata: l’assunzione del figlio della sua compagna Manuela Repetti (anche lei parlamentare pdl) al centro sperimentale di cinematografia con un incarico alla direzione generale del cinema. Nonché il finanziamento promesso per il teatro di Novi Ligure, paese della Repetti. ”C’é un po’ aria di nepotismo”, afferma Travaglio. Bondi si difende:”I fatti sono veri ma non c’é nulla di male”, dice a proposito del figlio della Repetti. Altrettanto per il teatro: ”ho ricevuto la richiesta del sindaco e ho aderito volentieri”.

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