\"\"L\’Auditorium della Scuola Media \’\’Padre Pio\’\’ questa mattina era pieno di ragazzi ansiosi di incontrare o di  rivedere Fabrizio Silei. E si, perchè alcuni di loro avevano già partecipato al Laboratorio di Scrittura Creativa  con lui e lo conoscevano bene. Ma anche lui conosceva loro e, \’\’lamentandosi\’\’ (fingendo di lamentarsi) che non vi era nessuno a presentarlo alla platea, ha detto che in fondo potevano presentarlo i ragazzi che avevano partecipato al  laboratorio. \’\’Detto fatto\’\’. Silei coinvolge un paio di raggazzi, un ragazzo e una ragazza,  nel viaggio di presentazione di \’\’Alice e i Nibelunghi\’\’:
\’\’Roma, anni Ottanta. Alice si è appena trasferita con la sua famiglia, e stringe amicizia con Emeka, un bambino di origine nigeriana, e Norbert, il vicino di casa, sopravvissuto ad Auschwitz. Riccardo, invece, il fratello di Alice, entra in un gruppo di ultras naziskin violenti e razzisti, e finisce per mettersi nei guai… Il desiderio di aiutare Riccardo dà il via a un\’avventura pericolosa e ricca di colpi di scena, in un vera e propria lotta contro il tempo nelle periferie della città. E, sopra tutta la vicenda, una domanda bruciante pesa come un macigno: negare alcuni tragici aspetti della Storia non equivale a cancellarli dalle nostre coscienze e permettere che si ripetano più vicino a noi di quanto crediamo? Un appassionante romanzo sull\’amicizia, sul coraggio e sul valore del ricordo: perché la Storia è Memoria, e la Memoria è libertà, e vita.\’\’
I ragazzi della scuola media, anche coloro i quali non avevano ancora letto questo libro edito da Salani, sono stati coinvolti in questa impresa di Alice e dei suoi buoni sentimenti. Sentimenti di fratellanza e di  voglia di superare tutti gli steccati.

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