Non ancora si sa nulla di preciso sul movente e sui mandanti dell’attentato avvenuto davanti alla scuola “Morvillo Falcone” di Brindisi. Quello che è certo è che, forse, è la prima volta che un attentato viene rivolto ad una scuola e coinvolga quali vittime innocenti dei ragazzi e delle ragazze. In pratica il nostro futuro.

Chiunque sia stato, oltre ad essere un pazzo criminale, è un folle al quale non va lasciata tregua e che va perseguito e “inseguito” senza possibilità di consentirgli scampo (giudiziario ovviamente).

Brindisi, una scuola dedicata ai simboli della lotta alla criminalità, Falcone e la sua compagna Francesca Laura Morvillo, una città nella quale le giovani generazioni a fatica, ma con coraggio lottano per cambiare una realtà che vede pochi criminali condizionare la vita e il futuro economico e sociale di un territorio. Una vita strappata al futuro, alla speranza, alla famiglia. Un attacco alla stessa speranza, un attacco, da ovunque provenga, a quei giovani, a quelle famiglie, a quegli insegnanti che giorno dopo giorno lavorano per dare vigore a un SUD che continua a piangere le sue vittime e il suo sangue.

Più che sfogarci con le parole, in queste ore immediatamente successive a questo sporco attentato non possiamo fare, quello che possiamo dire è che mandiamo un abbraccio forte alle famiglie coinvolte, a quelle ragazze e quei ragazzi che si sono visti sbattuti in prima linea in una guerra che non ha senso, ma in una guerra che dovrà ancora una volta essere combattuta e vinta perché, anche se la speranza è sotto attacco, sarà ancora essa a trionfare.

Con le lacrime agli occhi ci sentiamo colpiti e nello stesso tempo al fianco di tutti coloro che,  in questo momento, stanno soffrendo.

 

Michele Dell’Edera

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