Comincia a diventare inquietante il rapporto del ministro Corrado Clini con la Puglia.E come se non ci fosse già troppa carne sul fuoco, si apre un ulteriore fronte critico, per rendere decisamente più “vivace” il comitato d’accoglienza previsto per la delegazione governativa, in arrivo a Bari in occasione dell’inaugurazione della 76^ Fiera del Levante.

Lucera e il Tribunale, Taranto e l’Ilva, il Petruzzelli, il coro e i professori d’orchestra, ed ora le Tremiti, Monopoli, Brindisi e il Salento per le trivelle petrolifere nel Mare Adriatico, sarà un coro unanime di proteste a levarsi verso il Presidente del Consiglio, Mario Monti, e i ministri che l’accompagneranno, Lorenzo Ornaghi e Fabrizio Barca.

Il tratto di via Francigena verso Bari rischia di trasformarsi per “superMario” in una sorta di via Dolorosa e il palcoscenico dello stesso Petruzzelli in un moderno Golgota, Calvario a cui si appresta a salire, senza croce, ma in coerente compagnia.

Nel mirino l’insensibilità del Governo ad una serie di problematiche che toccano nel vivo la gente di Puglia. Non si sa quale eredità disastrosa abbia potuto lasciare la tornata ministeriale di Stefania Prestigiacomo, ma certo l’approccio tecnico del ministro Clini non brilla per attenzione e decisionismo risolutivo delle istanze popolari, se persino l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, continua e chiedere dove fosse il “ministeriale” Clini (Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente dal 2000 al 2011), negli anni in cui la tragedia Ilva a Taranto montava sotto la coltre di polveri velenose.

Sembrerebbe che a nulla siano valse le manifestazioni imponenti che dal Gargano al Salento, passando per il cuore della Murgia barese, hanno portato a manifestare, nei mesi scorsi, decine di migliaia di cittadini contro le concessioni richieste da società petrolifere irlandesi, comela Petroceltico Northern Petroleum, per i permessi ai sondaggi relativi alla ricerca di petrolio nei mari di Puglia.

 

Il senso di mortificazione è piuttosto diffuso, e la pervicacia con cui il Governo ignora le istanze locali volte a salvaguardare i beni comuni: “bellezza”, “giustizia”, “sicurezza”, “lavoro” e “salute”, cominciano ad essere alquanto irritanti. Lo sfregio alle Tremiti sarebbe sacrilego e nessuna visita papale, privata o ufficiale che fosse, potrebbe lavarne le colpe. Mons. Giancarlo Maria Bregantini, vescovo di Campobasso, non si stanca di ripeterlo: “Bisogna essere sposi del creato, non amanti!”

 

di Antonio V.Gelormini

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