Per migliorare la qualità e gestire meglio la quantità delle acque dell’Unione Europea, la Commissione europea, sta elaborando un piano che stabilisce un’agenda politica per le risorse idriche fino al 2020. Il piano funzionerà come un pacchetto di strumenti per contribuire ad attuare la politica delle risorse idriche e colmare le possibili lacune.

Negli ultimi decenni l’UE ha attuato già una politica tesa a garantire la qualità dell’acqua in Europa, politica inizialmente basata su questioni legate alla salute, poi è stata seguita da misure volte ad affrontare l’impatto sull’ambiente dei principali settori che utilizzano acqua, quali l’agricoltura, l’industria e le utenze domestiche.

Nel 2000, gli Stati membri hanno iniziato ad attuare la Direttiva quadro sulle acque, introducendo un approccio basato su piani di gestione dei bacini idrografici con l’obiettivo di conseguire un buono stato di tutte le acque dell’UE entro il 2015.

Purtroppo però, le attività umane come l’estrazione di acqua, il drenaggio dei terreni e le dighe hanno alterato molti bacini fluviali e risorse idriche causando effetti negativi sull’ambiente, offuscando la possibilità di realizzare gli obiettivi fissati per il 2015.

Il cambiamento climatico aggraverà le carenze idriche nell’Europa meridionale e aumenterà al contempo l’intensità e la frequenza delle alluvioni in altre parti del continente.

Il piano tende a sviluppare il potenziale per la conservazione delle risorse idriche e degli ecosistemi acquatici, ad indicare in che modo potrebbe evolvere la disponibilità di acqua  ed infine a suggerire strumenti per migliorare la distribuzione. Gli strumenti potrebbero includere bilanci e contabilità dell’acqua, metodologie per indicare la quantità minima e  gli obiettivi di efficienza idrica.

La gestione della domanda è una sfida fondamentale: nel 2007, la Commissione ha indicato la priorità nella gestione delle acque  attribuendola al risparmio, a misure di efficienza e a un’efficace politica dei prezzi. Varie tecniche possono essere utilizzate per migliorare l’efficienza idrica in agricoltura, oltre a quella della  fissazione del prezzo. Queste vanno dal miglioramento dei sistemi di irrigazione alla modifica dei modelli di coltura e delle date di piantagione.

Basti pensare che negli edifici residenziali, l’individuo medio nell’UE utilizza 170 litri di acqua al giorno ma, in base al piano, con una migliore efficienza idrica si potrebbe apportare un risparmio fino al 10%.

Nelle reti di distribuzione esiste un notevole potenziale di miglioramento dell’efficienza riducendo le perdite, che in alcuni  casi raggiungono il 50%.

L’ utilizzo del territorio e le  pratiche agricole che minacciano la qualità e la quantità dell’acqua, sono problemi che possono essere affrontati con il ricorso a misure di ritenuta naturale delle acque, il ripristino di aree ripariali e la ridefinizione dei meandri dei fiumi.

Una buona governance è importante, poiché la gestione dei bacini  è trasversale a molti dipartimenti e autorità governative. Una migliore condivisione delle conoscenze consentirà una comunicazione efficace dei dati qualitativi e quantitativi sulle acque attraverso il Sistema di Informazione sulle Acque per l’Europa (WISE).

Il piano presenterà proposte e raccomandazioni finalizzate a definire l’Agenda Europea in materia di acque per gli anni a venire, in particolare nell’ambito della Strategia Comune di Attuazione (CIS) della Direttiva quadro sulle acque.

Questo piano sarà un processo cooperativo che coinvolgerà le parti interessate, gli Stati membri, i paesi candidati e i paesi dello spazio economico europeo, perché il futuro è nelle nostre mani.

 

Orazio Buonamico

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