Innovare nell’agroindustria è una necessità, non un’opzione: è l’indicazione emersa chiaramente dal seminario regionale sull’innovazione nel settore agroalimentare “Opportunità per la competitività dell’agroalimentare pugliese”, svoltosi presso la sede di Confindustria Bari e organizzato dal Distretto Agroalimentare Regionale D.A.Re. e dall’Agenzia Regionale per la tecnologia e l’Innovazione ARTI.
La centralità del comparto agroalimentare nell’ambito dell’economia pugliese è stata rivendicata con forza da Alessandro Laterza, presidente di Confindustria Bari, il quale ha affermato che “questo è stato l’unico settore che, durante il primo semestre dell’anno in corso, ha mantenuto un trend positivo di crescita delle esportazioni. Tuttavia – ha continuato – è fondamentale che il tessuto produttivo rimanga coeso e che non avvenga una polverizzazione delle attività, poiché, all’interno di mercati internazionali altamente competitivi, il rischio di scomparire è molto elevato.”
Scongiurare questo rischio costituisce l’obiettivo principe di questa giornata”, ha affermato il neopresidente dell’ARTI, Giuliana Trisorio Liuzzi, “attraverso l’individuazione delle opportunità per innovare il settore pugliese dell’agrofood che possono provenire solo dal dialogo congiunto tra i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, del mondo della ricerca e di quello dell’impresa”.
Esempi virtuosi della collaborazione tra questi tre attori dello sviluppo locale derivano dalle attività dei progetti in cui gli enti organizzatori del convegno sono coinvolti, Raf Regionse Agro-Environmed, che si concentrano sulle possibilità per le piccole e medie imprese di accedere a tecnologie innovative grazie ai distretti tecnologici e alla diffusione di pratiche produttive ecocompatibili. Del ruolo dei distretti e delle finalità dei progetti in corso hanno discusso: Antonio Pepe(D.A.Re.),Antje Klaesener (Innova S.p.A.) e Giuseppe Creanza (ARTI).
Nel corso del seminario è emerso che la logica dell’integrazione tra gli interventi, già avviata con alcune esperienze di progetti pubblico-privati, deve diventare lo standard delle azioni intraprese dai soggetti pugliesi che operano nell’agroalimentare: la ricerca, le imprese, la pubblica amministrazione, gli intermediari come i distretti tecnologici e produttivi.
Nei programmi di attuazione della propria strategia dell’innovazione, illustrati da Giuseppe Ferro (Direttore dell’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale) e AdrianaAgrimi (dirigente dell’Assessorato allo Sviluppo Economico), la Regione, sta attuando una serie di interventi che hanno per obiettivo principale quello di potenziare le sinergie tra ricerca e produzione (reti dei laboratori, aiuti agli investimenti in ricerca), fornendo linee-guida per la valutazione dei progetti da finanziare, nonché misure a supporto della certificazione e dell’associazionismo.
Ma quali sono le motivazioni per cui questi attori ancora non riescono a produrre un sistema davvero competitivo su scala internazionale? Il dibattito, coordinato da Francesca Volpe (D.A.Re.) ha evidenziato alcuni suggerimenti. Intanto, il sistema universitario, in sinergia con le imprese, deve potenziare il ricorso a finanziamenti europei e nazionali, partecipando a bandi, perché questo consente anche di accedere ai meccanismi di premialità previsti dal Ministero dell’Università e della Ricerca (i presidi delle Facoltà di Agraria di Bari e Foggia, Vito Savino e Agostino Sevi, e AntonioLogrieco dell’ISPA-CNR).
Per parte loro, le imprese devono attrezzarsi per cogliere al meglio le opportunità commerciali derivanti dal rafforzamento di iniziative di cooperazione con i Paesi mediterranei e dell’Europa orientale; ma occorre anche potenziare la strategia regionale di supporto alla cooperazione, in modo da permettere a imprese e centri di ricerca di massimizzare i risultati dei rispettivi investimenti (Biagio Di Terlizzi, responsabile ufficio cooperazione dello IAM di Bari).
Gaetano Dentamaro, presidente della sezione Agroalimentare di Confindustria Bari, rilevando che le ridotte dimensioni di impresa del comparto pugliese frenano le capacità di innovazione, ha tuttavia sottolineato anche che l’amministrazione pubblica dovrebbe assicurare un controllo maggiore dei tempi della propria azione, per renderla efficace e per diventare pienamente un facilitatore dei processi di sviluppo. E Confindustria sostiene, infine, l’esigenza di azioni di formazione degli imprenditori sui temi del trasferimento tecnologico e dei ricercatori sulle esigenze di contrarre i tempi di rientro degli investimenti in innovazione da parte delle imprese.
L’incontro ha permesso, dunque, di consolidare una rete di strutture che si sono impegnate ad intensificare le azioni comuni, anche attraverso le iniziative promosse dall’Agenzia regionale e dal Distretto tecnologico.

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